Vasta e importante operazione contro le cosche. Tra gli indagati appaiono anche i nomi di tre personaggi politici locali.
Più di 250 gli indagati coinvolti, sequestrati beni per oltre 72 milioni di euro.
Messo a segno un duro colpo alla ‘ndrangheta nel Cosentino. La Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, ha chiesto e ottenuto misure cautelari contro 202 persone (139 in carcere, 51 ai domiciliari, 12 con obbligo di dimora). Fra gli indagati spiccano politici locali, professionisti, imprenditori e esponenti delle cosche.
Un’operazione condotta all’alba da carabinieri, polizia e finanzieri, in collaborazione con lo Scico di Roma, ha eseguito un provvedimento cautelare, emesso dal gip di Catanzaro, a carico di 202 indagati.
Risultano accusati – a vario titolo – di svariati reati quali associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, reato aggravato dalle modalità e finalità mafiose, associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi anche d’azzardo e di scommesse, delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori e altri reati aggravati dalle modalità e finalità mafiose.
Le forze dell’ordine hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo d’urgenza di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati. I beni sequestrati, riconducibili a diversi indagati, sono equivalente a un valore stimato superiore ai 72 milioni di euro. Sono finiti sotto sigillo, in particolare, 78 fabbricati, 44 terreni, uno yacht, un natante, un aereo ultraleggero. Sequestri anche per 70 auto, sette moto, 39 complessi aziendali di imprese attive nel settore delle scommesse, 20 ditte individuali e altre 57 quote di partecipazione relative a 74 soggetti giuridici attivi nei comparti edile, della ristorazione, del commercio di autoveicoli ed al dettaglio.
Il blitz ha coinvolto anche persone raggiunte a Milano, Agrigento, Napoli, Novara, Parma, Torino. In totale risultano indagate oltre 250 persone. Le indagini hanno fatto emergere un articolato sistema di controllo e potere dei boss calabresi alleati col cosiddetto «clan degli zingari». A allearsi, secondo gli inquirenti, i gruppi Patitucci-Porcaro, Presta, Di Puppo-D’Ambrosio. Svelata dalle indagini «confederazione», con una cassa comune che gli indagati chiamavano «bacinella».
Tra gli indagati nella maxi operazione spiccano i nomi di tre personaggi politici. Tra di loro l’attuale sindaco di Rende e presidente di Anci Calabria, Marcello Manna, che si trova adesso ai domiciliari. Assieme a lui sono stati coinvolti anche l’assessore ai Lavori pubblici del comune di Rende, Pino Munno, e l’assessore alla manutenzione e al decoro urbano di Cosenza, Francesco De Cicco. Anche loro, come Manna, si trovano agli arresti domiciliari.
Coinvolti nell’inchiesta anche conosciuti noti professionisti di Cosenza. A finire nel mirino della Dda di Catanzaro sono stati i maggiori clan della ‘ndrangheta del Cosentino.
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