Lo smart working, per alcuni, terminerà in maniera definitiva esattamente da settembre, proprio come stabilito dal governo durante queste ultime ore. Ma che cosa cambierà di preciso?
Sta tornando ad essere attivo quello che è conosciuto per essere il lavoro agile, ovvero il contrario dello smart working. E se prima vi era un obbligo di comunicazione dell’accordo, ora basterà una richiesta in via telematica al Ministero del Lavoro dei nominativi dei dipendenti e la data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile, se il rapporto è a termine o l’indicazione che si tratta di un tempo indeterminato.
In sostanza avveniva di già per lo smart working emergenziale, proprio come è successo in passato: “È un primo passo con il quale si rendono più semplici gli obblighi di comunicazione relativi al lavoro agile anche alla luce dell’esperienza maturata durante la pandemia e si risponde ad una specifica richiesta fatta dalle parti sociali nel Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile per il settore privato sottoscritto dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalle parti sociali il 7 dicembre 2021“.
Ma l’argomento non finisce mica qui, perché i lavoratori che non hanno sottoscritto alcun accordo individuale dal primo settembre, dovranno tornare a lavorare in presenza. Varrà la stessa cosa anche per i fragili e i genitori di under 14, poiché non c’è stata la proroga dello smart working al 100% per alcune categorie specifiche di lavoratori. Lo afferma con certezza pure Andrea Orlando, ossia il Ministro del Lavoro, che aveva detto in aggiunta che che era necessario estendere la scadenza oltre il 31 luglio.
Fate caso pure a questo punto: il Dilgs 105/2022 ha confermato che in alcuni casi è possibile attestare una priorità nel riconoscimento del diritto a lavorare in smart working, soprattutto nell’azienda il lavoro agile è previsto. Dal 13 agosto 2022, invece, hanno la precedenza in caso di concessione di smart working i: lavoratori con disabilità, lavoratori con figli di età inferiore ai 12 anni, lavoratori con figli disabili gravi e lavoratori caregiver.
I dirigenti sono chiamati in causa per riorganizzare il lavoro tenendo conto delle modifiche apportate dal decreto 105/2022, che vede un vero e proprio ampliamento delle categorie che hanno precedenza nell’assegnazione del lavoro agile. Ora, in conclusione, si deve tenere presente la priorità dei genitori con figli under 12 o con figli di qualsiasi età con gravi disabilità. Non cambia il discorso per i dipendenti con disabilità e a quelli che si occupano di famigliari non autosufficienti.
E nel caso in cui debbano limitare il numero di dipendenti a cui concedere il lavoro agile, dovranno sempre considerare queste tipologie di dipendenti come prioritari. Per quanto riguarda i lavoratori fragili, le tutele specifiche del Cura Italia si sono concluse il 30 giugno 2022; i direttori dovranno applicare il lavoro agile nella forma più flessibile che la legislazione consenta, ecco perché la comunicazione del 30 giugno scorso parlava di deroghe al lavoro in presenza per questa categoria di lavoratori.
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