Antonio Conte non si nasconde ed esce allo scoperto. Ecco uno dei tanti aneddoti rivelati dal mister leccese, da anni annoverabile tra i migliori al mondo per palmares e, soprattutto, grinta.
Ogni giocatore o mister ha delle abitudini e delle scaramanzie non sempre rivelate ma spesso raccontate a distanza di anni, non poche volte anche da ex colleghi e compagni di spogliatoio. Non vi saranno sfuggiti i tanti rituali scaramantici dei calciatori prima di entrare in campo o dopo un’esultanza. Baci ai parastinchi o braccia verso il cielo le “liturgie” più diffuse. Interessante però anche il comprendere cosa preceda la preparazione e l’entrata in campo, momenti vissuti da molti con ansia e tensione ma anche tendenza al ripetere determinati rituali.
Non si esime da questi ultimi il su citato ex Inter e Juventus, attualmente in forza all’Inter e certamente facente parte del corpus di mister italiani (e non solo) più importanti di questa fase calcistica. Basti pensare a quanto da lui raccolto a Torino ma anche alle sue capacità di entrare prontamente nel cuore dei giocatori dell’Italia nel ben noto e ricordato Europeo del 2016. Poco dopo la quasi impresa compiuta con Giaccherini, Pellé e colleghi, Antonio ha fatto molto bene anche a Milano, prima di volare in direzione Londra per allenare il Tottenham.
In seguito ad una mezza stagione di transizione e da traghettatore, Antonio è adesso pronto a dire la sua con veemenza, dando battaglia a quelle nobili avversarie anglosassone già sopraffatte ai tempi della sua esperienza concittadina da tecnico del Chelsea. Ritornando a rituali e scaramanzie, però, intendiamo qui soffermarci su un singolare aspetto del mister, congiungente i rituali con le quotidiane prassi di preparazione alla gara.
Come da lui ammesso durante un’intervista televisiva anglosassone, Conte suole infatti prepararsi tatticamente praticando il noto gioco del Subbuteo, in grado non solo di stemperare la sua ansia ma di ricoprire un ruolo di ancora maggiore importanza. Questo il contenuto dell’ammissione del “retroscena”.
“Uso il Subbuteo per studiare, e a volte per spiegare alcune situazioni tattiche ai miei giocatori. Col Subbuteo mi sento come a casa mia”.
Un ricordo di bambino diventato uno strumento per coordinare i suoi giocatori in campo: la curiosità è stata svelata proprio dall’allenatore nel corso di una lunga intervista, lasciando a bocca aperta i suoi interlocutori. Senza dubbio una pratica singolare che dimostra quanto Conte sia nel cuore legato profondamente ad una tradizione ludica tutta italiana.
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