Ci prova con una 19enne ma lei lo rifiuta, lui la uccide e le dà fuoco. Ennesimo orribile caso di femminicidio, la vittima è una giovane ragazza morta dopo 5 giorni di agonia in ospedale.
Ennesimo orribile caso di violenza sulle donne, questa volta in India. Violenza che è sfociata in un femminicidio, dato che ha perso la vita la giovane 19enne Ankita Singh. La ragazza, che viveva nel distretto di Dumka, nello stato nord-orientale di Jharkhand, in India, è deceduta dopo 5 giorni di agonia, trascorsi in ospedale, dopo aver riportato ustioni sul 45% del corpo.
Un giovane coetaneo l’ha infatti aggredita, cospargendola di kerosene e dandole fuoco mentre dormiva. Il ragazzo si è intrufolato di nascosto nell’abitazione della famiglia di Ankita, e l’ha sorpresa mentre dormiva.
Le molestie, il rifiuto, poi il femminicidio: muore a 19 anni Ankita Singh
La morte della studentessa, data alle fiamme da un presunto stalker, ha innescato diverse proteste nello stato indiano orientale del Jharkhand. Ankita Singh è morta nelle prime ore di domenica 28 agosto, mentre era ricoverata presso un ospedale della capitale dello stato di Ranchi. La giovane vi era stata trasportata d’urgenza dopo essere stata aggredita da un suo coetaneo, il musulmano Shahrukh Hussain.
Arrestato dalla polizia, il 19enne avrebbe molestato la ragazza per diverso tempo, con continue e incessanti avances, ma senza successo. La ragazza, infatti, l’avrebbe sempre respinto, e non era intenzionata a sposarlo. Per questo motivo, si apprende dalle fonti, il ragazzo avrebbe deciso di ucciderla. Hussain avrebbe premeditato tutto, e si sarebbe introdotto di notte presso la sua abitazione approfittando delle finestre aperte. Cospargendo la ragazza di benzina, le avrebbe infine dato fuoco mentre dormiva.
Sono state le urla disperate della giovane ad allertare i famigliari. Immediato il loro intervento, così come quello dei soccorritori. La 19enne è stata portata in ospedale, con il corpo ricoperto al 45% da ustioni gravi. Domenica è sopraggiunto infine il decesso per insufficienza cardio-respiratoria. Fortunatamente, prima di morire, la ragazza è riuscita a denunciare il suo aggressore, arrestato insieme al complice che gli ha fornito il materiale per compiere il femminicidio.
La famiglia è distrutta. La madre di Ankita era morta di cancro un anno e mezzo fa, quindi viveva con il padre, i nonni e il fratello minore, addolorati da questa orribile tragedia. “Ankita voleva ottenere un buon lavoro governativo, così da poter aiutare suo padre a sostenere la famiglia“, ha raccontato ai giornalisti sua nonna, Vimla Devi. “Dopo la morte di sua madre, si è sempre presa cura di suo fratello minore. Era una ragazza molto sensibile“, ha infine aggiunto la signora.