Russia: è morto Mikhail Gorbaciov, ultimo presidente dell’Urss

Mikhail Gorbaciov è deceduto. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Tass. Fu l’ultimo presidente dell’Unione Sovietica. Aveva 92 anni. 

È morto Mikhail Gorbaciov, a 92 anni, come riporta il Central Clinical Hospital di Mosca. L’ex presidente (tra l’altro l’ultimo) dell’Unione Sovietica si è spento a seguito di una malattia molto seria e prolungata, fanno sapere i medici. A dare la notizia del decesso è stata l’agenzia Tass.

Mikhail Gorbaciov
Mikhail Gorbaciov-meteoweek.com

Il politico era finito in ospedale a inizio luglio, ed era sottoposto a dialisi. Aveva il diabete e una serie di disturbi ai reni, come aveva raccontato l’economista Ruslan Grinberg, che il mese scorso gli aveva fatto visita in nosocomio.

Gorbaciov è stato l’ultimo presidente dell’Unione Sovietica: ha governato il Paese verso la fine degli anni’80 ricoprendo un ruolo cruciale nella conclusione della guerra fredda e nella caduta del muro Berlino in Germania nel 1989.

Gorbaciov ebbe ottimi rapporti con Papa Giovanni Paolo II, di cui parlò, nel corso dell’anniversario dei 100 anni dalla nascita di Wojtyla:«Penso di poter dire con buona ragione: durante quegli anni siamo diventati amici».

Mikhail Gorbaciov e Ronald Reagan
Mikhail Gorbaciov e Ronald Reagan

Le origini dell’ex presidente russo

Mikhail Gorbaciov nacque il 2 marzo 1931 da una famiglia di umili origini, nella parte Nord del Caucaso. Lui stesso, in una autobiografia, aveva raccontato che i suoi genitori, quando era nato, gli avevano dato nome Viktor, «ma quando mi battezzarono nonno Andrej, alla domanda del prete sul nome che era stato scelto, rispose: Michail». 

Gorbaciov ha passato gran parte della sua infanzia nell’abitazione del nonno, con i genitori e 4 fratelli. Parlava ucraino e russo. Come lui stesso aveva scritto, per i suoi antenati, essere russi voleva dire principalmente appartenere al proprio Stato, essere ortodossi e appartenenti, comunque, alla cultura russa, senza dare molto peso «al fatto di essere chochol (ucraino) o moskal (moscovita)».

L’ex presidente Urss ha sempre rigettato il totalitarismo che fu imposto da Josep Stalin negli anni ’30. La repressione del dittatore russo, infatti, aveva coinvolto in modo diretto anche i suoi familiari. Suo nonno da parte di madre subì una condanna a morte, nonostante avesse supportato la rivoluzione e anche se con l’avvento del comunismo ebbe del terreno per mantenere i suoi familiari.  Alla fine il nonno (dopo torture durate un anno e due mesi) si salvò perché il magistrato sentenziò che non aveva nessun genere di colpa.

Nel libro “Riflessioni sulla rivoluzione d’ottobre”, Gorbaciov esplicò il suo pensiero sul regime totalitario:«Il mio punto di vista è che in Unione Sovietica abbia trionfato un regime rigido, crudele, totalitario. Naturalmente ebbe un’evoluzione e dopo la morte di Stalin la sua crudeltà si attenuò leggermente, si affievolì. Ma la sostanza resta la stessa. Il totalitarismo dell’Unione Sovietica non può essere un modello per nessuno», concluse l’ex presidente russo.

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