Caro-bollette: il governo studia misure contro gli aumenti, ma no allo scostamento di bilancio

L’esecutivo pronto a intervenire contro gli aumenti di gas e luce, ma senza ricorrere a extra-deficit. Il 9 settembre si riuniscono i ministri dell’Unione europea.

Salvini insiste sulla soluzione “francese”: un tetto del 4% ai rincari delle bollette. Il Pd con Letta chiede interventi rapidissimi.

Un intervento tra gli otto e i dieci miliardi di euro. È quello che dovrebbe mettere in campo l’esecutivo per far fronte al caro-bollette. Nei prossimi giorni dovrebbe riunirsi il Cdm. Ma, stando a quanto emerso finora, è esclusa la strada dello scostamento di bilancio. Le risorse andranno recuperate senza fare ricorso a extra-deficit.

Il pressing dei partiti su Draghi non si arresta. Il messaggio è uno solo: bisogna intervenire subito contro i rincari energetici. Matteo Salvini (Lega) chiede al governo di adottare anche in Italia il “modello francese”. Cioè mettere un tetto del 4% agli aumenti in bolletta. “Non litighiamo, firmiamo una proposta comune: copiamo il modello francese con il tetto al 4%”, dice Salvini che chiede di convocare rapidamente il Parlamento e il Consiglio dei ministri.

Differenti le posizioni nel centrodestra sullo scostamento di bilancio. Prudente la presa di posizione di Fratelli d’Italia, con Meloni che chiede di “abbattere Iva e accise”. Mentre Giulio Tremonti, candidato in FdI, ammonisce: uno scostamento di bilancio per contrastare il caro-energia “con l’inflazione e la speculazione in netta ripresa sarebbe una misura molto rischiosa”, dichiara a Repubblica. “Io credo che oggi serva un’azione europea comune, come quella contro la pandemia, che agisca non soltanto sugli extraprofitti delle imprese ma soprattutto sull’extragettito”, aggiunge Tremonti.

Luigi Di Maio (Impegno Civico) chiede “un decreto di emergenza non appena arrivati al governo da approvare subito. Un taglia bollette che consenta alle piccole imprese fino alla fine dell’anno di vedersi pagato dall’Stato l’80% delle bollette e che varrebbe circa 13,5 miliardi di euro”.

Avanza la proposta di una tregua elettorale

Carlo Calenda – Meteoweek

Sembra guadagnare consensi intanto la proposta di Carlo Calenda di un “time out” tra i partiti per affrontare insieme il tema energia. Una proposta che ha incassato l’apertura di Salvini, ribadita anche oggi. Sì a un tavolo comune contro il caro-bollette anche da Antonio Tajani (Forza Italia).

“L’intervento sul caro-bollette dell’energia dev’essere rapidissimo”. È il pensiero del segretario dem Pd Enrico Letta, che a Vicenza ha aperto la campagna elettorale in Veneto. “Al governo diciamo che siamo pronti a sostenere da subito le soluzioni che verranno individuate”.

“Il governo assuma un’iniziativa e i partiti dicano che sono pronti a sostenerla, noi diamo la nostra disponibilità al governo Draghi a sostenere le misure che verranno individuate chiedendo al governo di farlo nel più breve tempo possibile” ha aggiunto Leta.

Per Letta sono quattro i punti sui quali occorre intervenire: “un tetto delle bollette a livello nazionale, disaccoppiando l’elettricità prodotta con il fossile, da quella con le rinnovabili”. Il secondo punto invece è “il raddoppio del credito d’imposta per le imprese che oggi pagando costi enormi: dal 25 al 50% per le imprese energivore e dal 15 al 30% per tutte le altre”.

Il terzo punto, infine, per le famiglie più in difficoltà, è “l’introduzione di una ‘bolletta luce sociale’ per il dimezzamento del costo”. Il quarto punto riguarda “la grande questione del risparmio energetico, che per noi è importante“.

Tutti interventi, ribadisce Letta, da portare avanti nel contesto di un accordo europeo: “È una buona notizia che il 9 di settembre si incontrino i ministri europei, ma deve uscirne una soluzione duratura e importante”.

Gestione cookie