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Politica

I partiti litigano su tutto: anche sulla tregua elettorale per affrontare l’emergenza bollette

Tutti contro tutti nell’arena politica: le forze politiche sono divise tra le esigenze della competizione elettorale e le necessità reali del Paese, alle prese con l’emergenza del caro energia.

Mentre l’esecutivo valuta un nuovo decreto contro il caro energia per la prossima settimana, le forze politiche si scontrano non solo sulle misure da adottare per frenare i rialzi delle bollette, ma per cercare il colpevole. Puntando il dito, con scambi di accuse reciproche, su chi non ha agito quando doveva farlo o su chi, facendo cadere il governo Draghi, adesso pretende interventi urgenti da un esecutivo azzoppato.

A duellare sono gli ex (quasi) alleati Enrico Letta e Giuseppe Conte. È lotta a tutto campo (sempre meno largo) tra i due, con Letta che accusa Berlusconi, Salvini e lo stesso Conte. Il segretario dem poi chiede “con quale credibilità chi trentasette giorni fa ha fatto cadere il governo Draghi pretende oggi dal governo Draghi misure per la crisi energetica?“.

Il leader dei 5S non ci sta a incassare senza colpo ferire e passa al contrattacco: “Mentre noi incalzavamo Draghi proponendo soluzioni straordinarie e tempestive contro il carobollette e gli stipendi troppo bassi, forse tu eri distratto tra furia bellicista per il conflitto in Ucraina, armi e inceneritori da piazzare nei decreti”.

Calenda rilancia (invano) la proposta di una tregua

Tra i due duellanti cerca di interporsi Carlo Calenda, col leader di Azione che insiste sulla necessità di una tregua sulle schermaglie politiche. E torna a chiedere di sedersi tutti attorno a un tavolo e decidere insieme le misure contro il caro energia. Un “time out” che servirà, spiega Calenda, a “trovare un accordo per il bene dell’Italia”. Ma son parole al momento inascoltate. Resta l fatto che un governo dimissionario, in carica solo per gli affari correnti, ha bisogno di un’intesa tra i partiti in Parlamento. Necessaria per il semaforo verde al decreto in consiglio dei ministri e poi per il via libera al provvedimento in tempi velocissimi in Aula.

Anche Conte chiede alle forze politiche di lavorare assieme in Parlamento. Per sollecitare al governo interventi forti e rapidi. E scongiurare quello che si annuncia come un autunno caldo per famiglie e imprese.  Ugualmente, Silvio Berlusconi pressa il governo, che deve agire subito con un decreto “per soccorrere chi è in difficoltà”, sostiene il leader di FI. Ma anche “l’Europa deve prendere un’iniziativa comune”. E poi “occorre ripartire al più presto con tutto ciò che la sinistra ha bloccato finora, dai termovalorizzatori, ai rigassificatori, fino al nucleare sicuro”.

Polemiche a non finire

Sullo sfondo della crisi energetica, tiene banco ancora il tema delle presunte ingerenze del Cremlino nelle elezioni italiane (dove incrociano le lame Di Maio e Salvini). Ma a agitare gli animi – all’interno del centrodestra stavolta – anche la querelle sulla candidatura a Palazzo Chigi, che la Meloni rivendica per sé in caso di vittoria alle urne, ma con Salvini che puntualizza: prima bisogna votare e poi, semmai, a scegliere sarà Mattarella.

Scintille anche tra gli ex alleati di pochi giorni Calenda e Letta, col primo che ironizza sul segretario del Pd. “Enrico Letta sei contro il gas? E come andiamo a pedali?”, polemizza Calenda. Nel mirino del leader di Azione è finito il manifesto social del Partito democratico che dice: ‘Combustibili fossili/Energie rinnovabili. Scegli’. “Ma nessuno del Pd riesce a frenare questa deriva populista?”, incalza Calenda rivolgendosi a Carlo Cottarelli, Stefano Bonaccini e Giorgio Gori. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, dà appuntamento invece al 7 settembre per l’iniziativa con Calenda “contro la cultura del no a tutto”, dal Tap ai rigassificaori e ai nuovi impianti.

Luigi Di Maio, invece, si scaglia contro le amicizie ‘antieuropee’ e ‘filo putiniane’ dei tre leader del centrodestra. Salvini, a sua volta, non sta a guardare e rilancia di nuovo sul nucleare, mentre “Letta e Conte invece, come sempre, sanno solo dire no”. Il leader leghista Salvini afferma che saranno necessari “30 miliardi di euro in manovra di bilancio per affrontare la crisi energetica. Chiederemo all’Europa un piano di intervento straordinario, come c’è stato sulla pandemia”.

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