Daniele Polacci, sfregiato con l’acido da donna conosciuta in chat: “Sta per uscire dal carcere, vivo nel terrore che possa colpirmi ancora”. La donna avrebbe giurato vendetta.
Drammatica la vicenda vissuta da Daniele Polacci, cameriere di 30 anni aggredito da una sua conoscente e ustionato con l’acido. La donna avrebbe tentato di ucciderlo, oltre che di sfregiarlo, perché l’uomo aveva smesso di corteggiarla.
Era il 3 gennaio 2020, e per una simile aggressione Tamara Masia, 46 anni, è finita in carcere. Tra poco però la donna verrà rilasciata: sta finendo infatti di scontare due anni, con altri due che invece le restano da trascorrere in una struttura sanitaria per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). Daniele si dice preoccupato, spiegano da Il Giorno. La donna infatti ha continuato ad inviargli lettere dal carcere, minacciandolo e giurando vendetta.
“Sta per uscire dal carcere, vivo nel terrore”
Daniele aveva conosciuto Tamara in chat. Si stavano frequentando sia online che dal vivo, tanto che si erano dati appuntamento in due occasioni. Tuttavia, il 30enne avrebbe deciso di smettere la frequentazione e il corteggiamento, fatto che alla donna non è andato giù. La 46enne avrebbe così deciso di punirlo. Una follia sfociata nella persecuzione, e infine nella violenza fisica. Tamara avrebbe infatti tentato di ucciderlo con un coltello, e gli avrebbe versato addosso dell’acido. Daniele ha così riportato diverse ustioni su collo e guancia.
A gennaio del 2020, Tamara avrebbe infatti accecato l’uomo con lo spray al peperoncino, poi gli avrebbe versato addosso dell’acido, procurandogli ustioni di secondo e terzo grado su guancia e collo; infine, avrebbe tentato di ucciderlo con un coltello. Una mattina che per Daniele si è trasformata in un incubo. Un incubo che ha il terrore di rivivere, ora che la donna ha quasi terminato di scontare la condanna in carcere. “Chi dice che lei non torni a cercarmi per portare a termine il suo piano, quello di vedermi morto o sfregiato a vita, che mi sorprenda ancora con l’acido o mi aggredisca con un coltello?”, ha infatti spiegato il 30enne a Il Giorno.
Del resto, la donna non ha mai smesso di perseguitarlo. Anche dal carcere la 46enne continuava ad essere ossessionata dall’uomo, tanto da inviargli sei lettere minatorie – una in cui pare abbia scritto di voler assoldare un sicario per ucciderlo. “Tre lettere erano intestate a me, e due a mio padre. In tutte mi incolpava di averla fatta finire dietro le sbarre, di avere rovinato la vita a lei, che mi amava…Come faccio a non vivere nel terrore sapendo che lei sta per uscire?”, ha incalzato il giovane.