La legge, approvata il 25 agosto scorso rimuove la distinzione tra reato di abuso sessuale e aggressione sessuale.
Il 25 agosto scorso, la Spagna ha messo un’ulteriore stretta sulle violenze sessuali, approvando una nuova norma, detta legge del “solo sì è sì”.
Secondo questa legge, qualunque atto sessuale in cui uno dei due non dia esplicito consenso è considerato uno stupro. Nel testo della nuova norma, è infatti scritto che «c’è consenso solo quando è stato liberamente espresso con atti che, date le circostanze del caso, esprimono chiaramente la volontà della persona interessata».
Questa legge modifica abolisce il distinguo tra abuso sessuale e aggressione sessuale, e lascia in vigore solo l’aggressione sessuale. Indi per cui, qualunque interazione di tipo sessuale che non riceva esplicito consenso dall’altra persona verrà considerata un’aggressione e la punizione sarà il carcere da 1 a 4 anni.
Nell’ultima votazione su questa norma in Parlamento, i voti sono stati 205 sì contro 141 no. Dopo la valutazione al Congresso, il Senato ha valutato la norma, e l’ok era atteso per la fine di luglio.
«Oggi è una giornata di vittoria, dopo molti anni di lotta», è il commento di Montero in Aula. «Finalmente, il nostro Paese riconosce per legge che il consenso dev’essere al centro di tutte le relazioni sessuali».
Il fatto che questa norma sia stata denominata del “solo sì è sì”, è da ricercare all’interno di uno slogan urlato nelle piazze del Paese, nel corso di cortei di protesta per un caso che concerne uno stupro di gruppo che causò una vera e propria bufera.
Il caso in questione è detto “La Manada”, ed è di sei anni fa. Una ragazza di 18 anni fu stuprata da 5 ragazzi a Pamplona per poi essere abbandonata seminuda nell’androne di un edificio. I ragazzi avevano ripreso ogni cosa con il loro cellulare, per poi vantarsi all’interno di una chat Whatsapp, dove definivano loro stessi “La Manada”, che significa “Il branco”.
I magistrati avevano condannato il branco a 9 anni di galera per abusi sessuali e non per violenza sessuale. Ecco perché quanto occorso aveva suscitato una serie di grandi polemiche in Spagna. «Non è abuso, è stupro» e «Sorella, io sì ti credo», erano gli slogan delle associazioni che si battevano per la tutela delle donne. La sentenza era poi stata rivalutata dal Tribunale supremo di Spagna, i cui magistrati stabilirono che si era trattato di una reale aggressione sessuale.