Giorgia Meloni torna a rivendicare l’incarico di presidente del consiglio in caso di affermazione del centrodestra e di FdI alle elezioni.
La presidente di Fratelli d’Italia ribatte anche a chi – come Di Maio – la accusa di essere inadeguata a fare il premier.
“Se vincesse il centrodestra e ci fosse l’affermazione di FdI non ho ragione di credere che Mattarella possa assumere una scelta diversa”. Prosegue il tour elettorale di Giorgia Meloni. E da Ceglie Messapica, in Puglia, la leader di Fratelli d’Italia torna a rivendicare l’incarico a Palazzo Chigi se la sua forza politica dovesse risultare il partito con più consensi di un centrodestra vittorioso alle urne.
“L’anomalia non sarei io, ma lo è stata Monti”, ha spiegato Meloni, che nei giorni scorsi si era ancora rivolta ai media esteri. Per rassicurare l’opinione pubblica internazionale sul fatto che, col centrodestra e lei a capo dell’esecutivo, non ci sarà un cataclisma nei conti pubblici né cambierà la collocazione internazionale (atlantista) dell’Italia.
“Io ho fatto un manifesto di presentazione della campagna elettorale – ha puntualizzato – sul tema di essere pronti. Sappiamo che per il nostro ordinamento la scelta su chi guiderà l’Italia alla fine spetta al presidente della Repubblica. Sarà una campagna molto lunga e complessa. Se il centrodestra vincesse le elezioni e per quelle che sono le nostre regole FdI sarebbe primo partito, l’indicazione degli italiani sarebbe chiara“.
“Faccio politica da 30 anni – ha aggiunto ancora Giorgia Meloni – ho fatto tutta la trafila, ho cercato di portare avanti nel migliore dei modi tutti gli incarichi assegnati. Ritengo di essere pronta per questo compito altrimenti non mi sarei candidata. Ma non lo faccio a cuor leggero. Nessuno si può mettere di fronte a un incarico del genere senza che gli tremino i polsi. Io ieri notte non sono riuscita a dormire per il problema delle bollette. Quando hai sulle tue spalle la vita degli altri – ha concluso la leader del centrodestra – non lo fai con leggerezza”.
Dalla presidente di FdI è arrivata anche la replica a Luigi Di Maio, che aveva toccato il tasto proprio della sulla sua presunta inadeguatezza a mettersi alla guida dell’esecutivo: “Sono attacchi di disperazione, di uno che è pagato per screditare l’Italia. Io non ho mai parlato male all’estero della mia nazione”.
“Giorgia Meloni non ha nessun bisogno di essere legittimata a fare il premier” ha ribadito Silvio Berlusconi, “anche perché la legittimazione dipende solo dal voto degli italiani. E proprio per questo abbiamo detto e scritto che sarà chi ha più voti a proporre al capo dello Stato il nome del premier”.
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