Alessandra uccisa dal suo ex: lui voleva video ogni dieci minuti, l’ha massacrata anche con una panca

Il gip ha ritenuto il comportamento del calciatore Giovanni Padovani, che ha ucciso la ex Alessandra Matteuzzi, “incontrollabile”. 

Giovanni Padovani voleva che la sua vittima, Alessandra Matteuzzi, girasse un video ogni 10 minuti per mostrargli dove si trovava. Sono dettagli choc quelli che emergono dall’ordinanza del gip di Bologna, in merito al delitto della 56enne, occorso martedì 23 agosto.

Giovanni Padovani-meteoweek.com

Il gip ha infatti scritto che «la personalità dell’indagato animato da un irrefrenabile delirio di gelosia e incapace di accettare con serenità il verificarsi di eventi avversi, come la cessazione di un un rapporto per di più caratterizzato da incontri sporadici», stanno a manifestare «eccezionale pericolosità e assoluta incontrollabilità».

Il 29 luglio scorso, Alessandra aveva già sporto denuncia contro Padovani per stalking. Il 27enne aveva un controllo ossessivo nei confronti della 56enne, chiedendole di inviargli video e foto ogni 10 minuti, per mostrargli il posto in cui era e le persone che frequentava.

Padovani le aveva chiesto queste cose perché pensava che lei lo tradisse e se Alessandra non gli rispondeva al telefono, aveva detto lei stessa ai carabinieri, o se non le mandava puntualmente il video, lui le faceva delle scenate.

Padovani, martedì sera, ha continuato a colpire la sua vittima arrivando a prendere persino una panca in ferro che si trovava nell’atrio della casa della donna, per poi dargliela addosso più volte.

Una furia senza limiti, che lo ha indotto, per gelosia, a partire da Senigallia e a occultare un martello nel suo zaino. Prima di massacrarla con la panca, quando ha visto che sopraggiungeva, l’ha assalita, anche di fronte a una serie di testimoni, che hanno cercato di bloccarlo, il 27enne ha afferrato il martello che aveva occultato dietro un albero, colpendola numerosa volte.

Il Gip, nello spiegare la personalità del calciatore, ha anche parlato di «intensità di delirio maniacale» con atti persecutori, che causavano nella 56enne «un perdurante e grave stato di ansia e di paura», tant’è che la portavano a cambiare le proprie abitudini.

Dalla denuncia di Matteuzzi al delitto è passato un mese e questo ha portato i familiari della vittima a sottolineare come si sarebbe potuto fare qualcosa per impedire l’ennesimo femminicidio. Il presidente dell’Unione delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, ha così commentato:«Immaginare che per ciascuna delle migliaia di denunce per stalking possa seguire una reazione del sistema giudiziario idoneo a prevenire esiti omicidiari (per fortuna percentualmente marginali, come è ovvio) è semplicemente una insensata illusione».

Tuttavia, il lasso di tempo in cui non si sono presi provvedimenti contro Padovani o per tutelare la 56enne, sarà oggetto di ulteriori accertamenti da parte della ministra della Giustizia Cartabia.

 

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