La titolare dell’azienda Fabbri Delizie a Forno, denuncia il drammatico aumento di gas e luce ogni mese nei confronti del 2021
In un’intervista rilasciata all’Agi, Michela Fabbri, portavoce e titolare di “Fabbri Delizie da Forno” di Alfonsine (Ravenna), spiega che a causa di «diecimila euro di gas e luce in più al mese rispetto al 2021, in tre famiglie con figli minori rinunciamo allo stipendio per pagare i dipendenti».
La famiglia Fabbri ha due laboratori, uno si occupa di panetteria, l’altro pasticcerie e tre negozi dediti alla vendita. La società lavora dal 1971. Il caso Fabbri è un simbolo della protesta organizzata da Confcommercio Ravenna, denominata “Bollette in vetrina”, contro gli aumenti dell’energia, sulle vetrine dei negozi.
I Fabbri hanno visto triplicarsi le loro bollette della luce, e le stanno postando anche social. Ad esempio, la bolletta più alta che è loro arrivata è del 23 agosto ed è salita da 2.563 euro dell’anno scorso a 8.369,88 euro quest’anno, per la stessa quantità energetica fornita.
Nel frattempo, non è facile portare avanti l’attività, che in tutto comprende 20 lavoratori, che vede tutta la famiglia Fabbri più due soci dipendenti, due lavoratori in malattia, tre a chiamata, 4 part time, sette full time, un apprendista e un collaboratore.
Michela Fabbri, racconta ad Agi che non stanno percependo alcun compenso mensile, e «come me anche mia sorella, i miei genitori, niente, ma si fa fatica: sono tre stipendi che potevamo pagare: ahimé è vero, non me ne vergogno, ma è un casino».
La fornaia spiega che la questione del rincaro energia, «non credo sia una questione di guerra, questa è speculazione: hai bisogno di luce? La paghi e salata. Hai bisogno di gas? La stessa cosa. Poi adesso tocca a noi, tra poco inizieranno con le famiglie. Anche noi siamo una famiglia, abbiamo diritto di far vivere chi sta con noi: anche se lavoriamo tanto mi sembra di non fare nulla… perché uno se lavora dovrebbe portare a casa un minimo, no? E qualcuno intanto si arricchisce, ma di certo non è il fornaio, né le piccole botteghe».
Fabbri sottolinea che l’unico modo per consentire alle piccole attività di restare in piedi è «consorziarsi e di lavorare insieme, anche perché manodopera se ne trova pochissima, la gente va e viene, oltre ad avere il professionista serve avere anche chi ha passione nel nostro lavoro. E questo manca, la maggioranza lavora solo per lo stipendio, ma in questo noi come forno ora siamo fortunati…».