L’ennesima tragedia consumatasi a Bologna è purtroppo solo l’ultima di una lunga lista: ecco cosa è accaduto e chi è il responsabile di questo atroce femminicidio.
La donna, Alessandra Matteuzzi, aveva denunciato l’ex fidanzato per stalking appena qualche settimana prima ma ciò non è riuscito ad evitare il dramma: è l’ennesima sconfitta delle istituzioni.
Con l’omicidio ad Alessandra Matteuzzi, la 56enne di Bologna massacrata a martellate dall’ex fidanzato in Via dell’Arcoveggio, sono salite a 71 le vittime di femminicidio in Italia nel 2022. Secondo altre fonti i femminicidi sono invece addirittura 77: ogni tre giorni, riferisce l’Ansa, una donna viene uccisa in Italia.
Di queste, ben 40 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex. Rispetto allo scorso anno, l’incremento è già del 5% circa. Nel mese di giugno si è avuto il maggior numero di femminicidi avvenuti nell’ambito di relazioni, spesso finite da poco o che le vittime avevano manifestato la volontà di portare a termine.
Questo è proprio ciò che è successo tra Alessandra e il suo killer Giovanni Padovani. Nonostante la differenza di età i due si sono conosciuti sui social nell’estate di un anno fa e avevano intrapreso una relazione, che gli amici e la sorella della vittima hanno definito “molto aperta”. Lui di mestiere faceva il calciatore e recentemente era stato acquistato dalla squadra siciliana della Sancataldese in Serie D, ma in passato aveva vestito anche altre maglie tra cui quella del Napoli.
La ricostruzione dell’omicidio è agghiacciante: ecco il ruolo della sorella nella vicenda
A fine luglio Alessandra aveva sporto denuncia contro l’ex compagno dal quale si era allontanata ormai da qualche mese. L’uomo sarebbe arrivato a Bologna in aereo dalla Sicilia e poi sarebbe andato ad attendere la donna sotto casa. Per circa due ore, dunque, lui l’ha aspettata e poi, una volta arrivata, l’ha colpita più volte alla testa. Alessandra all’arrivo delle volanti è stata trovata riversa a terra con ferite profonde e in stato di incoscienza. Una volta trasportata in ambulanza non c’è stato più nulla da fare ed è morta a seguito delle conseguenze del trauma cranico.
Sono stati i vicini di casa a chiamare la polizia ieri sera, dopo aver sentito le urla della vittima. E una di loro, ai microfoni dei giornalisti intervenuti sul posto, ha parlato di quel giovane che da qualche tempo era diventato “molto insistente” nei suoi confronti. “Sandra mi aveva detto: se suona quel ragazzo, per favore non gli apra – ha raccontato la vicina -. Quando ieri sera l’ho visto qui sotto casa, sono entrata e ho chiuso la porta perché non entrasse”.
Secondo la testimonianza della sorella, la vittima era al telefono con lei al momento dell’aggressione. Lo ha raccontato lei stessa al Tgr Rai Emilia-Romagna. “È scesa dalla macchina e ha cominciato a urlare: ““No Giovanni, no, ti prego, aiuto””. Io ero al telefono, ho chiamato immediatamente i carabinieri che sono arrivati subito. Io abito a 30 chilometri. Alla fine l’ha massacrata di botte“, ha detto la donna in lacrime.