Lo documenta il report del Viminale. Rispetto al 2021 le donne uccise sono aumentate del 5%. Un tragico elenco che continua a allungarsi.
Un magistrato propone di inasprire misure rivelatesi troppo blande, come il divieto di avvicinamento.
La morte violenta di Alessandra Matteuzzi, 56 anni, massacrata a martellate martedì a Bologna dall’ex compagno mentre era al telefono con la sorella, è solo l’ultimo capitolo di una lunga scia di sangue di donne uccise. Il suo assassino – denunciato in luglio per stalking – l’ha brutalmente ammazzata a colpi di martello e di altri oggetti contundenti.
A luglio è morta Domenica Caligiuri, 71 anni, trovata senza vita a Marina di Mandatoriccio, nel Cosentino. A ucciderla il marito, che l’ha accoltellata per gelosia, tenendo poi in casa il cadavere della moglie per due giorni. Il 3 luglio a Savona sono stati trovati i cadaveri di Nadia Zanatta, 57 anni, e del marito di 64 anni. Dopo aver accoltellato a morte la moglie che voleva separarsi da lui, si è tolto a sua volta la vita.
In giugno a Rimini un 47enne ha sfondato il cranio alla compagna di 33 anni – e mamma di un piccolo di sei mesi – servendosi di un mattarello. Sempre a giugno un uomo di Castelfranco ha ammazzato a fucilate moglie e figliastra dopo mesi di vessazioni e denunce.
Quest’anno, dal primo di gennaio 2022, hanno trovato la morte 77 donne, 67 delle quali uccise in ambito familiare o affettivo. Tra loro, 40 sono morte per mano del partner o dell’ex compagno. Con un incremento, rispetto allo scorso anno, pari al 5% circa. È il dato che emerge dal confronto col report settimanale del Viminale (22 agosto), dopo l’ultimo delitto di martedì a Bologna.
“I dati diffusi dal Viminale riportano un aumento dei femminicidi. Non pochi commessi da soggetti gravati dal divieto di avvicinamento alla vittima. Questa blanda misura non funziona da anni. Non serve a frenare chi è accecato da sentimenti di possesso, rancore o rivalsa. Da sempre penso che la misura minima da applicare dovrebbero essere gli arresti domiciliari con automatica conversione in custodia carceraria al primo accenno di ulteriori attenzioni verso la vittima“. Così Valter Giovannini, magistrato in pensione, ex coordinatore reati a sfondo sessuale della Procura di Bologna.
“So che in molti, quando si parla di carcere, alzano il sopracciglio ritenendolo troppo afflittivo per la persona, dimenticando però che il carcere ha anche una oggettiva funzione preventiva. Comunque, poiché sul piano tecnico è fattibile, perché non applicare a chi riceve un divieto di avvicinamento un piccolo trasmettitore il cui segnale può essere captato da un solo strumento ricevente che verrebbe consegnato alla vittima. In tal modo costei potrebbe mettersi al sicuro quando ricevesse il segnale che la persona da lei denunciata si sta avvicinando”.
Nel mondo dell’automobilismo durante il corso di questi anni sono state introdotte una serie di…
Chi vuole effettuare compravendita e locazione di immobili nella città di Palermo deve, per prima…
Il Torino di mister Vanoli è partito molto bene in Serie A e, nonostante le…
Dai fasti degli anni '90 e dei primi 2000 sembra passata un'eternità. Ormai da più…
Quali sono le aziende che garantiscono il miglior servizio per la luce e il gas…
Anticipazioni sulle prossime puntate della soap di Rai Uno Il Paradiso delle Signore 9: crisi…