Decine di infettati in Germania e due bambini morti a causa di un virus già conosciuto ma potenzialmente letale per l’uomo.
Borna: è questo il nome del virus che ha contagiato 40 persone in Germania. In alcuni casi il virus è stato scoperto solo dopo la morte della persona rimasta infetta. “Il virus non può essere rilevato nel sangue, ma gli anticorpi contro di esso possono farlo”, spiega alla Bild il dottor Martin Beer. Con ogni probabilità il numero dei contagiati è sottostimato. Le reali cifre dell’infezione quasi certamente sono più alte.
A causa dell’infezione sono morti due bambini di Maitenbeth, la cittadina della Baviera dove è scoppiato il focolaio di 40 persone contagiate da Borna: un piccolo di 7 anni, spirato ad agosto, e una bimba deceduta nel 2019 e che solo dopo si è scoperto essere positiva al virus.
I casi di contagio registrati in Baviera fanno sospettare che i bambini siano più vulnerabili degli adulti alla malattia. “Ma potrebbe benissimo essere una coincidenza“, avverte Dennis Tappe. È pure anche possibile che bambini e anziani, che sono più frequentemente colpiti dal contagio del virus, facciano più cose che gli altri non fanno. Ovvero giocare all’aperto o lavorare in giardino.
Ma quali sono le zone più colpite da Borna? “Le aree estremamente rurali sono particolarmente colpite”, ricorda Tappe. Lo mostrano i dati precedenti e uno studio in corso. Piccoli centri insomma. E in caso di borghi più grandi, quasi sempre i casi si sono concentrati alla periferia del villaggio.
Come si trasmette il virus Borna? Per quanto i tratti di una malattia già nota (da almeno un secolo) ancora non c’è, a quanto pare, una vera risposta a una domanda come questa. I ricercatori si muovono ancora su un terreno incerto. Nel 2011 e nel 2013 sono stati registrati tre casi di allevatori di scoiattoli morti. E un nuovo virus Bona è stato descritto nel 2015. “Questa è stata la prima prova di un’infezione mortale negli esseri umani”. Finora sono stati esaminati molti degli scoiattoli, che non sono più nativi i Baviera, spiega Beer. Ma “non abbiamo trovato scoiattoli positivi per più di due anni”. I sospetti dei ricercatori per i casi attuali si indirizzano verso il toporagno, un mammifero simile a un topo, in particolare sul toporagno americano.
Uno studio apparso su “The Lancet Infectious Diseases” ha identificato otto casi di virus Borna. I ricercatori tedeschi lo hanno rilevato in pazienti ricoverati tra il 1999 e il 2019 per encefalite. I contagi, secondo lo studio, sono localizzati nel sud del Paese A trasmettere il virus Borna sarebbe proprio il toporagno, che avrebbe prima, stando alle deduzioni degli esperti, infettato i gatti domestici, che a loro volta avrebbero passato l’infezione agli esseri umani coi quali sono venuti in contatto.
Tra i sintomi più comuni dell’infezione da virus Borna ci sono mal di testa, febbre, confusione, convulsioni, perdita di memoria e a volte anche di coscienza. “Si tratta di una malattia potenzialmente letale per gli esseri umani”, afferma nello studio la ricercatrice dell’Università di Regensburg Barbara Schmidt. Il virus Borna potrebbe anche essere all’origine di forme di encefalite gravi.
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