La piccola ha vissuto come un “fantasma”: segregata in casa, dormiva per terra. Non parla e non sa masticare.
La colonna vertebrale si è deformata e sugli arti la bimba reca ancora i segni di violenze mai curate.
Una storia orribile quella della piccola Elsa, la bambina con le braccia e le gambe spezzate. Una storia di degrado e maltrattamenti che ha fatto il giro del web diventando virale in un baleno. Elsa ha solo 9 anni, le braccia fratturate e la colonna vertebrale deformata. Questo perché, fin dalla nascita, non ha mai dormito in un letto. L’hanno salvata gli assistenti sociali della ‘Casa di Matteo‘, onlus attiva a Napoli.
A raccontare la storia di Elsa ha pensato il ‘Corriere del Mezzogiorno’. La bambina viveva in un piccolo comune dell’hinterland napoletano, in condizioni a dir poco oscene. È da quando è nata che la piccola lotta per la sopravvivenza: la sua colonna vertebrale si è deformata perché non ha mai potuto dormire in un letto, sulle braccia e le gambe i segni di fratture scomposte, provocate dalle botte e mai curate. Ha dormito sempre a terra, non riesce a sdraiarsi e non parla. Mangia solo omogeneizzati perché non sa masticare.
Sfamata solo dai fratellini
A quanto pare infatti i genitori non le davano nemmeno da mangiare. A questo ci pensavano i fratellini, che la sfamavano con biscotti, avanzi e un po’ di latte che riuscivano a procurarle. Ancora non è chiaro se Elsa soffra di una disabilità congenita o se siano state le violenze subite a ridurla in queste condizioni. Adesso però l’incubo per lei è finito. Grazie all’intervento degli assistenti sociali della ‘Casa di Matteo’, onlus napoletana che si prende cura di bambini con gravi patologie e senza una famiglia in grado di accudirli. Una Onlus attiva e operante a Napoli.
La denuncia su Facebook del consigliere Borrelli
Sulla sua pagina Facebook, il consigliere regionale della Campania, Francesco Emilio Borrelli, ha denunciato questa incredibile vicenda puntando il dito contro le istituzioni. Prima ha attaccato, colpevole di non aver “denunciato l’evasione scolastica, anche se la bambina non è mai andata in classe“. Poi è il turno del sistema sanitario, che “non ha segnalato la sua mancata vaccinazione, anche il pediatra di base non ha mai visitato la piccola e non lo ha mai denunciato. Una falla inaccettabile nella rete sociale della terza città d’Italia”.