Il Partito democratico vara le liste dei candidati per le elezioni politiche del 25 settembre. Il segretario dem sarà capolista alla Camera in Lombardia e Veneto.
C’è tensione nel partito per i molti big esclusi dalle candidature. Ma Letta si difende: impossibile ricandidare tutti gli uscenti.
“Volevo ricandidare tutti gli uscenti ma era impossibile, quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era: ‘faccio tutto da solo’. Potevo imporre i miei ma ho cercato di comporre un equilibrio, perché il partito è comunità”. Così l’annuncio del segretario dem Enrico Letta, giunto alla fine di una lunghissima giornata di confronto al Nazareno: la riunione della direzione del Partito democratico, inizialmente convocata per le 11 di mattina, è slittata prima alle 15, poi alle 20 e ancora alle 21,30. Alla fine la riunione ha avuto inizio dopo le 23. Così la Direzione nazionale ha approvato la Delibera per votazione delle liste del Partito democratico per le elezioni politiche 2022 con 3 contrari e 5 astenuti.
Il segretario piddino Letta correrà come capolista alla Camera in Lombardia e Veneto. Carlo Cottarelli sarà invece capolista al Senato a Milano, mentre il virologo Andrea Crisanti sarà candidato capolista nella circoscrizione Europa.
Quattro under 35 come capolista
Ci saranno quattro under 35 a correre da capolista: Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina, Marco Sarracino. Stefano Ceccanti sarà candidato al quarto posto al proporzionale in Toscana. A dirlo, riferisce l’AGI, sono fonti dem. Ma il diretto interessato le ha subito smentite.
La chiusura delle liste è stata molto complicata dal dimezzamento del numero dei parlamentari e dai meccanismi della legge elettorale. Tanto che nelle scorse ore ci sono state accese polemiche e proteste da parte di alcuni big dem esclusi dalle candidature. È lo stesso Letta, del resto, ad ammettere che avrebbe “voluto ricandidare tutti i parlamentari uscenti ma era impossibile a causa del taglio dei parlamentari ma anche per esigenze di rinnovamento”.
“Ho chiesto personalmente sacrifici ad alcuni – spiega il segretario del Pd – mi è pesato tantissimo. Quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era: faccio tutto da solo – aggiunge Letta – io ho cercato di comporre un equilibrio e il rispetto dei territori è stato tra i criteri fondanti delle scelte”.
“Termino questo esercizio con un profondo peso sul cuore per i tanti no che ho dovuto dire. Peso politico e umano. Ma la politica è questo: assumersi la responsabilità”, conclude il leader del Pd.