Un giovane italiano di diciannove anni si è arruolato nell’esercito di Kiev per andare a combattere contro i russi.
Adesso rischia di essere condannato. Un’indagine della Digos cerca di capire se abbia fatto tutto da solo o se dietro ci sia una rete di reclutatore.
Kevin Chiappalone: è il nome del primo italiano indagato per essere andato in Ucraina a combattere contro i russi. Ha 19 anni, è genovese e simpatizza per il movimento di estrema destra CasaPound. E adesso il sostituto procuratore Marco Zocco della DNAA (Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo) lo accusa di essere un mercenario arruolato nella Brigata internazionale ucraina. Per il diciannovenne potrebbe arrivare una condanna da due a sette anni. È finito al centro dell’indagine della Digos, scattata dopo che il giovane aveva dichiarato a Panorama la sua intenzione di partire per difendere l’Ucraina quando Putin aveva detto di voler «denazificare il Paese».
Le indagini della Digos
Secondo le indagini il 19enne a maggio sarebbe partito per il fronte ucraino senza avere alle spalle alcun tipo d’esperienza militare o di uso delle armi. L’unica sua conoscenza in questo campo riguardava quelle da softair, una passione a cui spesso il giovane si è dedicato in passato. Pare che sia riuscito a entrare in attraverso il confine polacco. Chiappalone ora dovrebbe trovarsi in Donbass. Per ora sarebbe l’unico a essere indagato, anche se gli inquirenti stanno provando a capire se non ci siano altri mercenari e se la partenza del giovane non sia passata attraverso una rete illegale di reclutatori.
Interrogati dalla Digos diversi militanti di CasaPound in Liguria. Da quanto è emerso finora il 19enne avrebbe agito in autonomia, facendo tutto da solo attraverso il web. In Polonia sarebbe giunto in aereo per poi proseguire da lì, col pullman, per raggiungere il fronte nel Donbass. A Genova era già partita un’inchiesta su un giro di mercenari filorussi, partiti dopo la guerra del 2014. Tra questi c’è «il generalissimo» Andrea Palmieri, latitante, che deve scontare cinque anni per aver agito in veste di reclutatore. Estremista di destra, ex capo ultrà del gruppo Bulldog della Lucchese, anche lui adesso sarebbe in Donbass.
I “foreign fighters” italiani
In tanti, a partire dal 2014, sarebbero i volontari italiani partiti verso l’Ucraina. Si tratta dei cosiddetti “veterani del Donbass”. A differenza di Chiappalone, da anni ormai combattono dalla parte dei separatisti filo russi. Tra di loro ci sono Massimiliano Cavalleri, soprannominato “Spartaco”, e Gabriele Carugati, detto “Arcangel”, ex addetto alla sicurezza di un centro commerciale in Lombardia e figlio di Silvana Marin, ex dirigente leghista a Cairate. Dovrebbero trovarsi ancora lì a combattere a fianco delle truppe russe. A fine marzo è morto Edy Ongaro, che dal 2015 militava nelle fila dei separatisti filorussi.
Tra i combattenti filo ucraini c’è invece Giuseppe Donini, 52 anni, di Ravenna, che lottava a fianco del battaglione Azov. Assieme a lui c’era Valter Nebiolo, rientrato invece in Italia. Tra gli italiani rientra anche Volodymyr Borovyk, 38 anni, che dal 2004 vive a Roma dove lavora in un Caf. Borovyk, moglie e tre figli piccoli nati a Roma, è tornato in Ucraina, a Chernivtsi, dove si è arruolato nella difesa territoriale. A fine aprile era rientrato invece in Italia, Ivan Luca Vavassori, l’ex calciatore di 29 anni recatosi a combattere nelle brigate internazionali, nelle fila dell’esercito ucraino.