«Non mi ha mai detto che aspettava una bambina»: le rivelazioni del compagno di Alessia Pifferi

Parla il compagno della donna che ha abbandonato a casa per giorni la figlia di 18 mesi, poi morta di stenti.

La trasmissione “Zona Bianca” ha reso note le dichiarazione rilasciate al gip dal compagno di Alessia Pifferi.

“A gennaio 2021 Diana è nata prematuramente in casa mia e la piccolina è stata ricoverata per circa due mesi all’ospedale di Bergamo”. Sono le parole pronunciate dal compagno di Alessia Pifferi, la madre di Diana, la piccola di 18 mesi abbandonata per giorni da sola in casa a Milano e morta di stenti.

L’uomo, nell’interrogatorio col gip, ha spiegato la nascita della relazione con la donna avvenuta “tramite un sito di incontri circa due anni fa”. Una conoscenza – così come trapela dalle dichiarazioni rese note dalla trasmissione di Rete 4, “Zona Bianca” – che si sarebbe trasformata in una “relazione vera e propria, tra alti e bassi, a partire da agosto 2020”.

Inoltre l’uomo ha raccontato di non essere stato a conoscenza del fatto che Alessia Pifferi fosse incinta, ma solo di averne avuto il sospetto. Si era insospettito infatti “durante la convivenza” a “causa dell’assenza del ciclo e della pancia che aumentava”. Il compagno di Alessia nega però di essere a conoscenza dell’identità del padre della bambina. Così come nega che la stessa Pifferi “non sapesse di essere di essere incinta”.

Non portava mai con sé la piccola quando andava a trovarlo

Successivamente tra loro due ci sarebbe stato un allontanamento. Nel gennaio scorso avrebbero però ricominciato a frequentarsi di nuovo. Nei fine settimana in cui Alessia andava a trovarlo a Leffe, in provincia di Bergamo, non si portava mai dietro la bimba. “Mi diceva che rimaneva con la sorella o la baby-sitter”, dice l’uomo nel corso dell’interrogatorio.

“Alessia è venuta da me giovedì 14 luglio, mi ha detto che sarebbe andata via lunedì e che la bambina era insieme alla sorella che l’aveva portata al mare”, racconta l’uomo. Che infine ricorda il momento in cui ha saputo della morte della piccola Diana: “Mi ha chiamato Alessia, un paio di ore dopo aver lasciato casa mia, e mi ha detto che la bambina era morta e che qualcuno era entrato in casa. Poi mi ha passato la sua vicina di casa che mi ha confermato che era tutto vero”, termina.

Per il momento il magistrato ha chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere per Alessia Pifferi. Una richiesta motivata col fatto che reputa una persona pericolosa la 37enne. Oltre che per il pericolo che possa reiterare il reato.

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