Il Centrodestra sta per chiudere il programma per le prossime elezioni politiche del 25 settembre. E i leader di FI e Lega rilanciano sul nucleare.
Si tratta di uno dei punti menzionati nel programma diffuso a breve. Il segretario del Carroccio Matteo Salvini promette che entro sette anni, in caso di vittoria del Centrodestra, il nucleare potrebbe essere impiegato in Italia come fonte di energia.
“L’Italia è l’unico dei grandi paesi al mondo che dice no al nucleare per ideologia non per scienza. L’unico modo, in prospettiva, per arrivare a pagare la bolletta della luce meno cara è riprendere il treno del futuro, del progresso e della scienza”. Ha le idee chiare sul possibile ritorno dell’Italia al nucleare il segretario della Lega Matteo Salvini. Il leader del Carroccio ritorna a parlare dell’energia nucleare a margine della visita di ieri mattina a ‘Telefono donna’, il centro antiviolenza con sede all’ospedale Niguarda di Milano.
“I numeri – ha spiegato il segretario leghista – dicono che il nucleare di ultima generazione è la forma di energia più pulita e sicura. In Europa sono attualmente in funzione più di 100 centrali nucleari, di cui 50 solo in Francia”.
Già una settimana fa Salvini aveva insistito di riprendere “tutti i cantieri fermati dai signor no”, a cominciare dal “nucleare sicuro e pulito”. Sulla eventuale costruzione di una centrale nucleare in Lombardia, anche nelle vicinanze della città di Milano, Salvini ha detto che “saranno i cittadini a decidere. Anche se ne servirebbero tante. Proprio come i 10 termovalorizzatori presenti sul territorio lombardo, potrebbero portare ricchezza, pulire le città e creare lavoro”.
Per costruire una centrale nucleare, ha dichiarato Salvini, “dalla posa della prima pietra occorrono 7 anni, non 7 giorni, quindi, se mai si comincia, mai si arriva, quindi, se vinciamo le elezioni il primo gennaio 2023 torna a essere al pari di tutti gli altri Paesi al mondo, nell’arco di 7 anni potremmo produrre energia a minor costo rispetto a quella di oggi”.
Poi la stoccata finale contro i Cinque stelle e la sinistra più radicale, avversari del nucleare. “Sono rimasti solo i 5 stelle e parte della sinistra a dire no. Come no ai termovalorizzatori, no al nucleare, no a tutto”, ha detto ancora Salvini.
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