Gli investigatori hanno estrapolato i video dell’ospedale per identificarlo:«È difficile che possa trattarsi del killer». L’uomo si è presentato come amico di Cavallito, la receptionist si è insospettita e ha contattato la polizia
Un giovane tatuato, con accento napoletano, si è presentato all’ospedale Santo Spirito di Pescara, chiedendo del 48enne ferito, Luca Cavallito, ex giocatore di calcio che lo scorso lunedì è rimasto lesionato in modo grave nell’agguato occorso al bar del Parco, dove è morto l’architetto Walter Albi, 66 anni.
È accaduto lo scorso martedì, 2 agosto, il giorno seguente alla drammatica sparatoria. Cavallito, che è ricoverato da giorni in rianimazione, si era sottoposto a una delicata operazione chirurgica per estrarre un proiettile. Nell’omicidio che sta inquietando i pescaresi, è spuntato uno sconosciuto. Il primo cittadino pescarese, Carlo Masci, ha commentato:«So che quest’uomo ha detto alla signora della reception di essere un amico di Cavallito. Lei si è insospettita e ha chiamato il posto di polizia dell’ospedale. Ma quando sono arrivati gli agenti, l’uomo non c’era più».
Data la delicatezza del caso, gli investigatori hanno chiesto e ottenute le videocamere di sicurezza del nosocomio per provare a rintracciare il misterioso uomo presentatosi in reception. «Abbiamo dato alla Questura tutto quello che ci è stato chiesto. Stiamo collaborando con loro anche per ragioni organizzative, si tratta di un caso molto particolare che richiede una speciale attenzione», ha spiegato il direttore generale dell’Asl di Pescara, Vincenzo Ciamponi.
Ora i filmati sono sotto la lente della polizia Scientifica, come anche quelli del bar dove si è consumato l’agguato. Si esclude, tuttavia, che l’uomo presentatosi in nosocomio possa essere l’assassino, come spiega lo stesso investigatore:«Le sembra possibile che un assassino che ha agito totalmente coperto possa presentarsi il giorno dopo a volto scoperto in ospedale a chiedere del ferito a cui ha sparato il giorno prima?».
Tuttavia, la figura dell’ex giocatore sembrerebbe essere chiave rispetto al movente dell’omicidio. Il ferimento è forse il reale sbaglio dell’assassino che forse credeva di averlo assassinato e ha pensato a sottrargli il cellulare, prima di fuggire, lasciando per terra quello dell’architetto.
Dalle immagini delle videocamere di sicurezza, si vedono Albi e Cavallito seduti dalla stessa parte del tavolo, forse stavano attendendo qualcuno con cui l’ex giocatore aveva dei contatti. Intanto, i poliziotti della Scientifica stanno esaminando l’altro telefonino. Per ora, gli inquirenti non escludono nessuna pista. Cavallito potrebbe chiarire cosa è successo davvero.