L’ex-parlamentare 5 Stelle, esponente dell’ala radicale del grillismo, attacca il ministro degli Esteri ritenendolo un traditore e un egoista. E’ l’eterna lotta tra ex in politica, polemiche vuote che interessano solo a chi ne parla.
Continua la guerra tra il Movimento 5 Stelle e gli ex-pentastellati. Non è solo una questione di voti, il M5S deve infatti recuperare consenso mentre i fuorusciti tentano disperatamente di prenderne le distanze per provare a conquistare una ricandidatura certa, ma è ormai una questione personale.
Il simbolo di questo scontro assolutamente inutile ai fini elettorali e privo di qualsiasi contenuto di vago interesse per i cittadini, è quello tra l’ex-simbolo del grillismo Luigi Di Maio, ora diventato un centrista moderato, e Alessandro Di Battista, probabile rientrante nel M5S.
DI MAIO TRASFORMISTA
“Luigi Di Maio non ha un voto. Chi conosce il fanciullo di oggi, lo evita. Trasformista, disposto a tutto, arrivista, incline al più turpe compromesso pur di stare nei palazzi” scrive su un post Facebook Di Battista, attaccando duramente l’ex-amico oggi leader di Impegno Civico in vista delle elezioni politiche 2022 del 25 settembre. “Perché il Pd dovrebbe concedergli il ‘diritto di tribuna’, un modo politicamente corretto per descrivere il solito paracadute sicuro, tipo la Boschi candidata a Bolzano nel 2018? Perché? Che rassicurazioni ha avuto mesi fa, quando portava, insieme a Grillo, il M5s tra le braccia di Draghi? Queste sono domande che dovrebbero avanzare i giornalisti. Ma, salvo rare e preziose eccezioni, oggi i giornalisti a Di Maio non chiedono nulla. Lo trattano come Mazzarino nonostante abbia dilapidato un consenso colossale costruito con il sudore della fronte anche (e soprattutto) di persone che non hanno chiesto mai nulla in cambio” scrive ancora Di Battista.
IL M5S E IL PD
L’ex-parlamentare non perdona soprattutto l’avvicinamento al PD. “Il Di Maio che ricordo io – ai tempi dell’onestà intellettuale o della fraudolenta recitazione – detestava il Pd come null’altro. Oggi, a quanto pare, il suo nome comparirà sotto il simbolo del Pd. Beh, se così fosse vi sarebbe una ragione in più per non votarli e per non avere nulla a che fare con loro. Questa è la politica politicante, ciò che più impedisce il cambiamento, ciò che è più distante dalle esigenze dei cittadini, dai loro drammi”.
Dibba se la prende anche con chi ha seguito il ministro degli Esteri nell’addio al M5S. “Ciò che più allontana gli italiani dalle urne. Ciò che più indebolisce quel che resta della democrazia. In tutto ciò qua si rischia un rapido decesso anche per Impegno Civico (per le natiche di Di Maio). Dopo Insieme per la Colla Vinilica un nuovo, fondamentale, strumento per la democrazia, potrebbe scomparire a breve. Complimenti vivissimi a quei 65 fenomeni che gli sono andati dietro nella speranza di un posizionamento. Un po’ come Aldo in Tre uomini e un gamba adesso non possono né scendere né salire, né scendere né salire. Ma forse anche per loro c’è un sentiero. Tornino dignitosamente alle loro vite evitando di postare foto di Di Maio come fosse uno statista. Uno Statista pensa allo Stato, Di Maio pensa a se stesso“.