Utero perforato: muore a 27 anni, ginecologo rinviato a giudizio

Maria Grazia Di Domenico è morta a 27 anni dopo un intervento chirurgico che le aveva lesionato l’utero per errore.

Per la sua morte è stato rinviato a giudizio il ginecologo con l’accusa di omicidio colposo. Per l’accusa aveva sbagliato diagnosi non accorgendosi della causa del dolore accusato dalla donna subito dopo essersi risvegliata dall’operazione.

Maria Grazia Di Domenico, morta a 27 anni dopo un’operazione di routine – Meteoweek

Sette giorni è durato il calvario di Maria Grazia Di Domenico, morta a 27 anni a causa della perforazione dell’utero alla fine di un intervento di conizzazione (la rimozione di una porzione di tessuto anomalo dal collo dell’utero). Per questa accusa la procura ha chiesto di rinviare a giudizio Vincenzo Campo, medico di fiducia della casa di cura Santa Famiglia. Il reato che gli viene contestato è quello di omicidio colposo.

Un altro episodio di malasanità. Una tragedia che risale al 24 maggio del 2021. Maria Grazia Di Domenico, tecnico informatico e attivista per l’ambiente, avrebbe dovuto convolare a nozze meno di un mese dopo, il 14 giugno di quello stesso anno. Inizialmente, subito dopo l’intervento, il medico avrebbe giudicato che i dolori che lamentava la ragazza – i familiari della quale sono seguiti dall’avvocato Carlo Carrese – derivassero da problemi gastrici dovuti a un virus intestinale. Così, riferiscono i familiari, le sarebbe stata consigliata una cura a base di fermenti lattici. Ma in realtà, stando a quanto sostiene la procura, i dolori sarebbero stati dovuti alla perforazione dell’utero.

Una diagnosi sbagliata, secondo l’accusa

La giovane donna, nata a Salerno, si reca a Roma per farsi operare in un intervento previsto per il 17 maggio del 2021. Al risveglio lamenta di sentire dolori allo stomaco. Il medico – assistito dall’avvocato Luigi Annunziata – secondo l’accusa formula una diagnosi erronea, senza valutare la possibilità di una perforazione dell’utero come causa delle complicazioni.

L’autopsia però ha restituito una realtà differente: la giovane aveva subito una lesione uterina e presumibilmente anche dell’intestino durante l’intervento. Dopo tre giorni di fortissimi dolori e di febbre molto alta, il quadro clinico è peggiorato. I medici hanno disposto il trasferimento d’urgenza all’ospedale San Pietro di Roma, dove a Maria Grazia è stato diagnosticato “un ‘addome acuto per sospetta lesione uterina”, appunto, con conseguente choc settico e peritonite. I dottori l’hanno immediatamente sottoposta a intervento chirurgico, ma ormai l’infezione risultava troppo diffusa. Maria Grazia viene nuovamente trasferita al Policlinico Gemelli, ma ormai la situazione è irrimediabilmente compromessa. La giovane entra in coma. Il decesso arriverà, venti giorni prima del matrimonio, il 24 maggio.

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