Nuovi episodi di danni al fegato, da parte di alcuni integratori hanno spinto il ministero della Salute a disporre di un’ulteriore avvertenza e a dei paletti, sugli effetti fisiologici indicati.
In una circolare, la Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione dispone di aggiungere una nuova avvertenza di rischio per questi prodotti.
Si tratta degli integratori alimentari alla curcuma, protagonisti di nuovi episodi di danni al fegato. Il ministero della Salute, in una circolare, ha disposto di aggiungere una nuova avvertenza di rischio per questi prodotti, per i quali inoltre non potranno più essere indicati particolari effetti fisiologici precedentemente attribuiti alla sostanza. Gli integratori in particolare negli ultimi anni in Italia, sono entrati a far parte dei ‘rimedi’ e vengono utilizzati a volte come alternativa ai farmaci, altre come ‘supporto’.
Infatti, secondo quanto riportato dal sito epac.it, sia in Europa che negli Stati Uniti il 65 per cento dei pazienti usa preparati erboristici nella cura delle malattie del fegato, in quanto li considera sicuri, facilmente procurabili e senza effetti indesiderati dovuti a composti chimici sintetici. Come viene spesso raccomandato, per l’utilizzo degli integratori, è fondamentale evitare il ‘fai da te’ ed affidarsi ad uno specialista che indicherà il giusto dosaggio. Il fatto che siano erbe, non significa che siano meno dannose di un farmaco.
Sempre dal sito epac.it, la dottoressa Patrizia Burra, ordinario di Gastroenterologia, dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell’Università degli Studi di Padova e vicepresidente della Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva (SIGE), ha voluto precisare: “Purtroppo però, sia i prodotti naturali che alcuni farmaci che possono essere benefici, sono potenzialmente epatotossici. L’elenco dei farmaci potenzialmente epatotossici è molto lungo, come riportato nei registri e comprende almeno mille farmaci, tra cui anti-tumorali, analgesici, anti-infiammatori non steroidei, antidepressivi. Il danno epatico più comune è la necrosi degli epatociti, accompagnata dallo sviluppo di steatosi, e/o colestasi, talvolta le alterazioni istologiche sono presenti isolatamente, altre volte sono concomitanti”.
Integratori alla curcuma e danni al fegato: la circolare del ministero
‘Integratori alimentari contenenti estratti e preparati di piante di Curcuma longa e spp: modifica all’allegato 1 del DM 10 agosto 2018’. Questo l’oggetto della circolare, diramata “a seguito delle valutazioni condotte su casi di epatotossicità conseguenti all’assunzione di integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa, nuovamente registrati dopo i precedenti del 2019“. Analisi dopo le quali “si conferma, come già concluso nel 2019 – si legge nel documento – che le cause sono verosimilmente da ricondurre a reazioni di natura idiosincrasica. Tuttavia, il gruppo interdisciplinare di esperti appositamente istituito, alla luce del persistere di casi di epatotossicità, ha ritenuto necessario ampliare l’avvertenza specifica inserita nel 2019 per gli integratori contenenti estratti e preparati di ‘Curcuma longa e spp’ a tutela dei consumatori. Inoltre lo stesso gruppo, dopo un’approfondita revisione della letteratura scientifica, ha concluso che non ci sono evidenze scientifiche a supporto degli effetti fisiologici attribuiti alla Curcuma longa nelle linee guida ministeriali”.
“Per quanto sopra – dettaglia la circolare – è stato adottato il decreto direttoriale del 28 luglio 2022, prot. 33391 del 1 agosto 2022 (cfr. www.salute.gov.it), che modifica l’allegato 1 del Dm 10 agosto 2018 sull’impiego di sostanze e preparati vegetali negli integratori alimentari, già modificato con decreto direttoriale 4 agosto 2021. Il succitato decreto del 28 luglio 2022 prevede l’introduzione della seguente avvertenza supplementare per l’etichettatura degli integratori contenenti ingredienti derivati da Curcuma longa e spp: ‘Avvertenza importante. In caso di alterazioni della funzione epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari, l’uso del prodotto è sconsigliato. Non usare in gravidanza e allattamento. Non utilizzare per periodi prolungati senza consultare il medico. Se si stanno assumendo farmaci, è opportuno sentire il parere del medico’”. “Inoltre – prosegue il testo – il citato decreto elimina dalle linee guida ministeriali gli effetti fisiologici previsti precedentemente per la Curcuma longa e spp, che, pertanto, non potranno essere più utilizzati. Gli operatori del settore alimentare sono tenuti a conformare l’etichetta degli integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa e spp entro e non oltre il 31 dicembre 2022″.
Nella circolare “si coglie l’occasione per ribadire la responsabilità degli operatori del settore alimentare (Osa) che notificano ed immettono in commercio un integratore alimentare di garantire la conformità degli stessi alla normativa alimentare e la loro sicurezza (es. l’eventuale esistenza di effetti non favorevoli dovuti all’impiego contemporaneo di estratti/preparati ottenuti da piante diverse). E’ inoltre obbligo degli Osa verificare che gli ingredienti impiegati non siano novel food ex regolamento (Ue) 2015/2283, acquisendo tutta la documentazione necessaria a comprovarlo, e mettendola a disposizione dell’autorità competente ai controlli, qualora richiesto”. Nel documento ministeriale “si ricorda che l’impiego di una pianta/sua parte/derivato/estratto contenuti nell’elenco di cui al Dm 10 luglio 2018 è sempre subordinato alla valutazione della non applicabilità del regolamento (Ue) 2015/2283”. Ed “entrando nel merito degli integratori in questione, si chiede a codeste associazioni di provvedere alla raccolta dei dati di consumo significativo precedente al 1997 degli estratti di Curcuma longa e spp ad elevato titolo di curcumina poiché, dai lavori del gruppo interdisciplinare, non sembra esistere una storia significativa di consumo alimentare di tali estratti/preparati, che sembrano configurarsi come novel food ex reg. 2015/2283 e, pertanto, non impiegabili negli alimenti”.
“I dati devono essere relativi all’ingrediente specifico – si precisa – ed essere correlati all’uso alimentare significativo precedente al 1997 (per ulteriori informazioni consultare il reg. (Ue) 2018/456). I dati raccolti devono essere inviati entro il 31 ottobre 2022 all’ufficio 4 Dgisan (dgsan@postacert.it, e cc v.digiorgi@sanita.it; a.zovi@sanita.it), indicando in oggetto: ‘Invio dati sull’uso significativo di estratti di Curcuma longa e spp ad elevato titolo di curcumina’”.