Incidente sui binari a Riccione, i punti oscuri e il dolore dei genitori di Giulia e Alessia

Parlano i genitori delle due sorelle morte domenica, travolte da un Frecciarossa sui binari della stazione ferroviaria di Riccione.

Le loro parole, un misto di dolore e incredulità per una tragedia per molti versi incomprensibile.

I fiori per ricordare le due sorelle scomparse – Meteoweek

«Io non volevo che andassero in discoteca sabato sera. Ma loro hanno insistito, insistito… Mi hanno preso per sfinimento. E alla fine ho ceduto, ho detto sì…». Sono queste le parole che Vittorio Pisanu, il padre di Giulia e Alessia, 16 e 14 anni, le due sorelle investite e uccise domenica mattina da un Frecciarossa sul binario 1 della stazione di Riccione, avrebbe confidato a uno degli amici più cari.

Ieri è andato a trovarlo a casa, nella sua villa a Castenaso, a dieci minuti di distanza da Bologna, per abbracciarlo e portargli un po’ di conforto. E prima di risalire in macchina e andarsene via con la moglie, l’amico – un uomo sulla sessantina, con gli occhi rossi e gonfi per il pianto – ha avuto un veloce scambio coi giornalisti fuori dal cancello della casa. Dove ha raccontato che «Vittorio è un uomo distrutto, non si dà pace. Ha detto solo che sabato sera si sentiva molto stanco… Forse anche per questo le ragazze sono riuscite a convincerlo». Il genitore però avrebbe messo una condizione tassativa: «Giulia, Alessia, vi vengo io a prendere a Riccione. E su questo non si discute».

La telefonata prima della tragedia

Purtroppo le cose sono andate in maniera diversa, come emerge dalla ricostruzione degli agenti della Polfer dell’Emilia-Romagna. È Alessia, la sorella più giovane, a telefonare al padre (originario di Senorbì, nel Sud della Sardegna, dove a giugno era stato in vacanza assieme alle due figlie) verso le sei del mattino. Lo chiama col telefonino del ventiquattrenne conosciuto poco prima fuori dal Peter Pan – una delle discoteche più note della Riviera romagnola – e che aveva dato un passaggio in stazione alle due sorelle. Vittorio vede la chiamata da parte di un numero non memorizzato nella rubrica del cellulare. E si preoccupa. Alessia però provvede a rassicurarlo: «Tranquillo papà. Il mio cellulare è scarico, a Giulia lo hanno rubato. Va tutto bene, stiamo andando in stazione e torniamo a casa». Fine della telefonata.

Poi c’è solo il treno che investe le due figlie. I macchinisti vedono le sorelle sulle rotaie. Così frenano, lampeggiano, fanno suonare la sirena. Una scena straziante, che dura 12 secondi. Giulia, la sedicenne, resta lì, in mezzo ai binari. C’è chi testimonia di averla vista guardare il treno che le piomba addosso, altri sostengono che è rivolta dall’altra parte. Nel frattempo anche Alessia è scesa sui binari, forse per cercare di avvertire la sorella maggiore del pericolo che si sta avvicinando. Forse riesce a capire che ormai è troppo tardi e cerca di tornare indietro senza gli stivali che si è levata appena prima, chissà per quale motivo.

Lo strazio della madre

«Tante domande che rimarranno senza risposta. Erano due ragazze molto responsabili, non mi spiego» questa tragedia. A dirlo, tra le lacrime, la mamma delle sorelle: Tatiana, originaria della Romania. La donna, separata da Vittorio da circa un anno, è rientrata ieri mattina, insieme a sua madre, da Bacau, col primo volo disponibile. Per bocca del sindaco Carlo Gubellini, la mamma di Giulia e Alessia ha detto di essere devastata da un «dolore immenso». Infine, prima di congedarsi, aggiunge: «Credo che le parole non possano descrivere ciò che provo dentro al cuore». Il sindaco intanto, «per volontà della famiglia», ha disposto che la cerimonia dei funerali sia aperta. «Vittorio e Tatiana ci tengono, sanno bene quanto Giulia e Alessia fossero benvolute, sanno bene che l’intera Castenaso è attonita, sgomenta e in lacrime per la loro perdita». La data dei funerali è ancora da fissare: «Sono in contatto con la Procura: quando riconsegneranno le salme fisseremo il giorno al più presto».

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