Letta rilancia l’idea di una dote ai 18enni da finanziare attraverso una tassa di successione a carico dei plurimilionari.
Una proposta che ha suscitato diverse reazioni negative non solo nel campo degli avversari dichiarati del Partito democratico.
Mentre il “campo largo” del centrosinistra fatica a prendere forma, con Carlo Calenda e Matteo Renzi che dettano condizioni e piantano paletti, minacciando di fare concorrenza al Pd creando un terzo polo, la campagna elettorale sale di tono con la polemica sulla proposta, avanzata dal segretario piddino Enrico Letta, di una tassa di successione sui grandi patrimoni per destinare risorse a favore dei 18enni.
“Dote 18enni” è stata una delle prime proposte lanciate da Letta dopo l’elezione alla segreteria del Partito democratico. Un’idea che già allora provocò l’alzata di scudi del centrodestra, e non scaldò particolarmente i cuori neanche dei pentastellati.
Ora Letta ci prova di nuovo, puntando forte sulla necessità che i super ricchi si facciano carico delle nuove generazioni, colpite dal precariato e da due anni di pandemia. È una proposta, ha detto, che “porteremo avanti, ovviamente sarà finanziata con una tassa di successione per i patrimoni plurimilionari. L’altra volta quando ne parlai tutti cominciarono a dire ‘ah, si toccano le successioni!’, ma è giusto che chi ha un patrimonio plurimilionario lasci qualcosa alla società e se quel qualcosa viene ridato ai giovani, che oggi sono attanagliati dalla precarietà, credo sia il senso di generazioni che si aiutano”, ha spiegato Letta.
Un coro di no alla proposta lettiana
Per il momento le parole di leader dem hanno incassato un coro di reazioni negative: da Giorgia Meloni a Matteo Salvini, passando per Carlo Calenda e Matteo Renzi. Un tema a dir poco spinoso quello delle tasse, a poco più di un mese dal voto, tanto più in un momento di crisi economica, col conflitto in Ucraina e il caro energia che incombono e in previsione di un autunno che si prevede ‘caldo’. “Chi sceglie il Pd sceglie più tasse, chi sceglie la Lega sceglie la Flat Tax al 15% e la Pace Fiscale. Chi non sceglie, poi non si lamenti”, scrive Matteo Salvini sui suoi canali social.
“Letta lo ammette: la patrimoniale è il pilastro del suo programma. Il 25 settembre gli italiani potranno scegliere: votare il Pd che vuole più tasse e colpire i patrimoni, oppure votare Fratelli d’Italia che non vuole più tasse e che si batterà per tutelare chi produce ricchezza e crea lavoro”, replica la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
“Letta si conferma ossessionato dai sacrifici fatti negli anni dalle famiglie italiane. Come sempre l’unica ricetta del Pd, da buona tradizione della sinistra, è quella di tassare i risparmi di chi si è rimboccato le maniche alla ricerca della stabilità e per assicurare un futuro ai propri figli”, rincara la dose Lucia Ronzulli di Forza Italia. “I giovani non si aiutano con l’assistenzialismo sfrenato fatto di mance e bonus, ma con interventi strutturali che abbiano un impatto positivo sul mercato del lavoro”, insiste la parlamentare berlusconiana.
No anche da Renzi, Conte e Calenda
Anche Matteo Renzi è molto critico sulla proposta di Letta: “Purtroppo il Pd ha iniziato la campagna elettorale in modo incredibile. Letta ha posto il tema di mettere la tassa di successione e di candidare Di Maio in Emilia Romagna. Aumentare la tassa di successione è folle, paghiamo tante tasse, possiamo almeno morire gratis?”, chiede ironicamente Renzi.
Scettico anche Giuseppe Conte, che commenta: “I giovani non vogliono una dote, vogliono la speranza per il proprio futuro, vogliono un’opportunità concreta di lavoro, non il lavoro precario di un giorno o una settimana”, dice il leader M5s. L’idea di Letta non è gradita nemmeno a Carlo Calenda di Azione: “Ai diciottenni non serve una dote ma un’istruzione di qualità e meno tasse sul lavoro”.
Il sì di Sinistra italiana e del Psi
A favore è invece Sinistra italiana. Per il responsabile economia, Giovanni Paglia, è “una buona cosa, anche se mi convince molto di più la nostra proposta di patrimoniale progressiva. Non condivido invece il bonus di 10.000 euro ai giovani: se il problema sono precarietà e salari, interveniamo su quelli. Comunque finché si parla di tassare i milionari e ampliare i diritti è un bene”, conclude Paglia.
Favorevole alla proposta di Letta anche il segretario del Partito Socialista Italiano Enzo Maraio, che critica il centrodestra, capace a suo dire solo di fare “tanta retorica con proposte inutili e non realizzabili sulle tasse e nessuna concretezza”, mentre “l’idea di Enrico Letta è seria e può far scattare finalmente nuove opportunità per i nostri ragazzi”, sostiene il segretario del Psi.
Letta non entra nella polemica, ma non manca di rispondere duramente a Meloni: “Dico solo che per fortuna non eravate al governo durante la pandemia. I giovani rischiavano poco ma contagiavano come gli altri. Si sono sacrificati per salvare la vita di tanti più fragili. La forza della società è la solidarietà non il salvarsi ognuno per conto proprio”, commenta sui social, dopo che la leader di Fratelli d’Italia aveva scritto: “Secondo Enrico Letta i giovani sono stati rinchiusi in casa durante la pandemia, nonostante rischiassero davvero poco. Ora te ne accorgi Letta?”.