Ad oggi possiamo dire che il dado è tratto. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, anche sotto consiglio di Beppe Grillo, Garante del Movimento, ha deciso di confermare la regola dei due mandati per gli eletti M5S, senza che sia prevista alcuna deroga.
Ora ci chiediamo chi siano gli eletti che non potranno ricandidarsi nella prossima legislatura. Perlomeno, non con i pentastellati.
Si arrivano a contare cinquanta, tra senatori e deputati, che non potranno ricandidarsi. Tra questi molti big. Il conto era nettamente superiore, ben 83 nomi, prima della scissione di Luigi Di Maio.
Ovviamente, al momento, l’attenzione generale va sui nomi più in vista. È il caso di Roberto Fico che è arrivato al suo secondo mandato. Dopo una legislatura da presidente della commissione di Vigilanza Rai e una da presidente di Montecitorio, sarà costretto a salutare le aule del Parlamento. Queste le sue parole: “Ho servito le istituzioni fino in fondo, ora farò campagna elettorale“.
C’è poi Paola Taverna, vicepresidente del Senato e del Movimento 5 Stelle stesso. La Taverna è stata, nel corso di questi anni, uno dei volti più noti tra i pentastellati e punto di riferimento per il Movimento, nonché vicinissima, ad oggi, al leader Giuseppe Conte.
Ci sono anche Vito Crimi, primo capogruppo M5s a Palazzo Madama nella scorsa legislatura e “reggente” per molti mesi e Alfonso Bonafede, ex-Guardasigilli. Anche loro sono giunti al termine di questa esperienza di rappresentanti del popolo nelle aule istituzionali.
E la lista prosegue: ex-ministri come Riccardo Fraccaro, Giulia Grillo, Nunzia Catalfo e Danilo Toninelli, ministri in carica come Fabiana Dadone e Federico d’Incà, presidenti di commissione come Carlo Sibilia, la vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni, e un sottosegretario alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, che ha già dovuto ritirare la candidatura alle primarie siciliane a causa di questo impedimento di forma, quando ancora la regola non era stata confermata.
Tra i nomi elencati, dobbiamo anche dire che Federico d’Incà ha annunciato proprio oggi le sue dimissioni dal Movimento 5 Stelle, insieme all’ex capogruppo Davide Crippa.
Il numero di coloro che dovranno abbandonare le aule di Montecitorio e Palazzo Madama è cospicuo in quanto non ci sarà la scappatoia dei mandati di livello diverso. Questo significa che ogni mandato elettivo conterà, sia esso maturato a livello locale che a livello nazionale. Dunque si potranno portare a termine solamente due mandati per coloro che vengono eletti all’interno del Movimento.
A dire addio ai palazzi istituzionali sarà anche Virginia Raggi, che è giunta a ben tre consiliature in Campidoglio, di cui la seconda come sindaca.
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