Il fondatore del Movimento non ha ceduto alle richieste dei parlamentari e dell’area Conte: impossibile ricandidarsi in Parlamento anche per gli esponenti più importanti. Ma ci sarebbe una scappatoia.
La regola dei due mandati per il Movimento 5 Stelle è sacra e non può essere discussa, Beppe Grillo è stato inamovibile su questo punto fin dall’inizio. Se su molte altre questioni come alleanze, restituzioni, divieto di andare in tv, personalismi, favoritismi e doppi incarichi ha chiuso un occhio, questa volta l’ha spuntata lui.
Niente deroghe sulla possibilità di ricandidarsi al Parlamento nemmeno per gli esponenti più di spicco del M5S. Rimarranno fuori da Montecitorio e palazzo Madama politici come Paola Taverna, Vito Crimi, Roberto Fico, Laura Castelli, Fabiana Dadone, Riccardo Fraccaro, Federico D’Incà, Carlo Sibilla, Danilo Toninelli e molti altri, tutti esclusi dopo quasi 10 anni di poltrone parlamentari a cui si erano ben abituati e su cui speravamo fino all’ultimo di rimanere, magari con la mediazione del nuovo capo politico Giuseppe Conte.
COMANDA BEPPE
Grillo è stato inamovibile, è intenzionato a riprendere in mano il partito e tornare alla propaganda anti-sistema che aveva caratterizzato la prima fase del Movimento per riconquistare consenso e mettere fine ai troppi personalismi che lo hanno lacerato negli anni. In pole position per una nuova carica ci sono quelli che hanno ricoperto una posizione di amministratore e che ora sono pronti ad entrare in Parlamento, come l’ex-sindaca di Roma Virginia Raggi e la sua omologa a Torino Chiara Appendino ma soprattutto il rientrante Alessandro Di Battista, rimasto fuori in questa legislatura per sua scelta.
Sconfitta dunque la linea di Giuseppe Conte, l’ex-presidente del Consiglio rischia di trovarsi senza fedelissimi già in campagna elettorale e la sua posizione dentro il M5S arriverà ai margini. Non è da escludere però che venga concesso a color che non torneranno in Parlamento la possibilità di candidarsi invece per altre elezioni, per esempio quelle regionali, comunali o per il Parlamento europeo, senza contare che tra nomine per partecipate, addetti ai lavori nei gruppi parlamentari e quant’altro ci siano ancora posti da occupare per loro
“LOMBARDI: IO MI RICANDIDO”
La prima a dire che non rimarrà fuori dalla politica è Roberta Lombardi. “Io sono ineleggibile perché sono al secondo mandato ma non vi libererete di me, perché io ho intenzione di vincere con la coalizione di Centrosinistra” afferma la ex-parlamentare e oggi assessora M5S alla Transizione ecologica e Trasformazione digitale della Regione Lazio. Nonostante la rottura dell’alleanza e le battaglie contro il Partito Democratico, Lombardi non molla e mantiene l’accordo di maggioranza in regione con Nicola Zingaretti.
STOP ALLEANZA COL PD
Intanto Giuseppe Conte chiude alla possibilità che il M5S si presenti in coalizione con il PD alle elezioni politiche del 25 settembre, fortemente voluta dall’area più radicale dei pentastellati. “Ho dichiarato che per il futuro non escludo un dialogo, non un’alleanza, in termini generici con il Pd e anche con altre forze politiche” ha detto oggi il leader del Movimento 5 stelle. E aggiunge “Mi sembra che le posizioni siano chiare. Che rapporti può avere il M5S con una forza politica che in questo momento sta chiudendo accordi da Calenda a Renzi, da Di Maio a Brunetta alla Carfagna e compagnia: è un’ammucchiata dove noi non ci potremo mai ritrovare perché sono personalità divisive, litigiose“.