La ginecologa ha accettato la richiesta dei familiari della bambina che si erano visti rigettare l’autorizzazione da un giudice
Una ginecologa ha deciso di aiutare una bambina di 10 anni ad abortire poiché aveva subìto uno stupro, ma ora la dottoressa è indagata.
Caitlin Bernard, si è presa la responsabilità di far abortire la bambina che aveva subito uno stupro in Ohio. Ma per la legge, la bambina avrebbe dovuto dare alla luce il piccolo, e il parto sarebbe stato un’ulteriore violenza, per cui il medico ha scelto di aiutarla a interrompere la gravidanza.
La Corte Suprema a cui i genitori della piccola avevano fatto ricorso, avevano rifiutato il permesso per l’aborto perché era trascorso troppo tempo. I familiari si sono trasferiti in Indiana, e lì l’aborto è permesso anche quando le condizioni della gravidanza sono più avanti, cosa che invece in Ohio non è consentita.
La bambina ha quindi parlato con la ginecologa Caitlin Bernard, che ha accettato di far abortire la piccola, comprendendo il profondo dolore che stava vivendo. Ma da quel momento in poi, la dottoressa ha subìto una serie di minacce e offese per aver interrotto la gravidanza.
Alla ginecologa, contro cui hanno sporto denuncia, si contesta tale pratica di aborto e inoltre è stato aperto un fascicolo su di lei. Sembra che l’inchiesta sia nata da una citazione che il repubblicano Todd Rokita ha fatto, criticando la dottoressa per non aver notificato l’intervento di aborto alle autorità statali nei tempi previsti.
L’avvocato di Bernard afferma che non vi sono i termini, ma i fatti dicono che ora la ginecologa dovrà essere processata solo perché perché ha dato una mano a una bambina di dieci anni che ha subìto uno stupro.
La decisione della Corte Suprema sulla legge aborto negli Stati Uniti
Il mese scorso, negli Usa, la Corte Suprema ha stabilito l’abolizione della sentenza Roe v. Wade con cui nel 1973, 49 anni fa, la Corte stessa aveva reso legale abortire negli Stati Uniti. La Corte ha deciso che saranno i singoli Stati a poter decidere di attuare le proprie norme su questo tema, come fanno già il Texas e il Missouri, Stati in cui non è legale abortire.
Nel frattempo, negli Usa si sono scatenate parecchie polemiche e proteste per questa scelta della Corte Suprema. Proteste si sono tenute a New York, Chicago, San Francisco, Seattle e Denver.