La legale di Alessia Pifferi, Solange Marchignoli, ha detto che nel corso del loro incontro in carcere la sua assistita ha detto di voler andare al funerale della bambina
In un colloquio con Fanpage, l’avvocata di Alessia Pifferi, Solange Marchignoli, ha raccontato di aver parlato con la sua assistita in carcere, oggi, mercoledì 27 luglio.
Alessia Pifferi è in carcere con l’accusa di aver fatto morire la figlia di 18 mesi di fame e di sete, abbandonandola per sei giorni a casa da sola. «La donna è ancora sotto shock, vive in una bolla. E non si rende ancora conto di quello che è accaduto. Stamattina ha detto che voleva la sua bambina, che voleva andare ai funerali».
L’avvocata spiega che la sua assistita è totalmente sconvolta, «pur non assumendo alcun tipo di farmaco in carcere. Noi avvocati le abbiamo spiegato genericamente le regole del processo, il capo d’accusa contro di lei. Ma è ancora troppo presto per avere anche solo un incontro costruttivo. Non è lucida».
Alla domanda se Pifferi si sia pentita di quanto ha fatto, l’avvocata risponde che un pentimento potrebbe giungere da qualcuno che ha capito l’entità di ciò che ha commesso, ma «non è il suo caso. Ha capito solo in parte quello che è successo ed è distrutta dal dolore. Questa mattina era preoccupata per la bambina e per il funerale. Al momento non ha alcuna informazione da nessuno.
Non sa neanche quello che sta succedendo fuori: non sa che l’opinione pubblica è molto dura nei suoi confronti. Non potrebbe essere diversamente perché il fatto è gravissimo, oltre ogni idea di bene e male. Lei non è un’assassina lucida, vive in questo momento in una bolla e si fa fatica a comunicare», ha proseguito l’avvocata di Pifferi.
La legale ha anche aggiunto che nessuno dei familiari della donna, e neppure il suo compagno ha chiesto di incontrare la 36enne. Tra l’altro, il compagno ha il cellulare sempre staccato e lei starebbe vivendo con turbamento il fatto che lui non la contatti, perché «si sente lasciata sola da lui ed è preoccupata perché non risponde al telefono. Le ho dovuto spiegare che è normalissimo che lui non abbia voglia di parlare con lei. Fuori la sua famiglia è sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica. È necessario lasciare il diritto alle persone che le stanno attorno il tempo di elaborare quanto accaduto e prendere una posizione, qualunque essa sia. Non è una cosa facile».
La legale ha anche detto che Pifferi le ha detto che «vuole la sua bambina e che voleva andare ai funerali». Marchignoli ha chiesto una consulenza psichiatrica e ha spiegato che la ragione, al di là dei fatti, è che intende «sapere effettivamente che cosa è successo nella mente di questa persona. Cosa ha portato la donna a fare tutto questo o a non fare questo, dipende dai punti di vista. Se voleva abbandonare il minore, se lo ha fatto con la consapevolezza del rischio. Sono tutti punti di domanda a cui io devo rispondere giuridicamente: omicidio doloso è una cosa, l’omicidio preterintenzionale è un’altra cosa. L’abbandono di minore, ancora altro».
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