Delitto Chiara Gualzetti, messaggi e selfie dell’assassino dalla prigione:«Offesa alla sua memoria»

Il padre di Chiara, Vincenzo, denuncia l’ultimo oltraggio alla memoria della ragazza da parte del killer:«Riconosco l’omicida di mia figlia che fa il segno della vittoria. Perché girano cellulari al Pratello?»

Era il 27 giugno 2021 a Monteveglio (Bologna) quando Chiara Gualzetti, 15 anni, viene ritrovata senza vita nei pressi della sua abitazione, nel parco dell’abbazia. I carabinieri arrestano un ragazzo che all’epoca dell’accaduto aveva 16 anni, che ammette di aver ucciso la ragazza.

Chiara Gualzetti-meteoweek.com

Agli investigatori racconterà, tra l’altro, che a consigliarlo sarebbe stato un demone. Nel frattempo, il processo con rito abbreviato ha avuto inizio e lo scorso venerdì, 22 luglio, una perizia del tribunale ha sancito che il giovane è totalmente capace di intendere e volere. Ma negli ultimi giorni è accaduta anche un’altra cosa.

Un giovane, che sta nel carcere minorile, ha postato su Instagram un selfie in cui è ritratto con il killer reo confesso di Chiara mentre fa la V di vittoria. E intanto, l’imputato, ha anche postato un messaggio in cui racconto di quanto gli sta capitando. «Fatevi i cazzi vostri no sapete niente se avete le palle entrate qua da noi in carcere siete bravi a giudicare ma non sapete niente se sei così depressa da chiedere a uno di ammazzarti sono cazzi tuoi», è scritto nel messaggio.

Messaggio in cui il ragazzo fa riferimento a uno dei particolari della confessione che ha reso ai magistrati: ha detto, infatti, che Chiara stessa gli avrebbe chiesto di ucciderla. Ecco perché il padre di Chiara, Vittorio, si è recato dai carabinieri sporgendo denuncia.

Omicidio Gualzetti, il selfie con l’assassino: il racconto del papà

Il selfie dal carcere dell’assassino di Chiara Gualzetti

In un colloquio con Repubblica, Vittorio Gualzetti, racconta cosa è successo:«Sabato ero a casa, qualcuno mi ha girato gli screenshoot. Sono andato dai carabinieri perché ritengo offensive le cose che sono state pubblicate. Non mi pare normale che dei detenuti possano avere i cellulari e possano pubblicare quello che vogliono sui social. C’è una persona in galera che pubblica un commento del genere, che dice “se una persona è depressa e vuole morire cazzi suoi”».

E ancora, spiega il padre della ragazza:«E l’assassino di mia figlia che fa la “V” di vittoria, con quella scritta e il cuore. Le foto mi sembrano inequivocabili, penso che faranno subito le indagini. Mi auguro vengano presi provvedimenti disciplinari severi, visto quel messaggio pubblicato sui social. È un’offesa, non trovo altre parole», ha chiosato Gualzetti.

Anna Di Donato

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