Il padre della migliore amica della ragazza che ha subìto la stupro, ha raccontato agli inquirenti di un presunto tentativo di ‘depistaggio’
Se i ragazzi erano intenti a occultare quanto occorso la notte di Capodanno 2021 nella villa a Primavalle alle forze dell’ordine, altrettanto avrebbero tentato di fare anche alcuni genitori, determinati a nascondere quanto combinato dai figli alla festa in cui si consumò lo stupro di una ragazza, all’epoca 16enne.
A raccontare questo tentativo di ‘depistaggio’ da parte di alcuni genitori agli inquirenti è il padre della migliore amica di Sara (nome di fantasia, ndr), la ragazza che subì la violenza sessuale, e che oggi ha 18 anni.
«Oggi ho avuto due telefonate con il papà di una delle ragazze che sono andate alla festa. Nella seconda mi ha detto: “Per evitare guai ai nostri figli parliamo con loro senza coinvolgere le forze dell’ordine”. Gli ho risposto di no», ha detto l’uomo agli investigatori.
L’uomo, un manager di 51 anni, il primo adulto ad essersi trovato davanti Sara (che aveva ospitato quella sera, in quanto migliore amica della figlia) in lacrime dopo essere rimasta vittima dello stupro, mette tutto a verbale alle ore 22 del 2 gennaio 2021.
Sono passate poche ore da quanto occorso nella villa, e già si rincorrono voci sulle violenze sessuali ai danni della ragazza e sull’uso di stupefacenti alla festa. La prima chiamata è proprio lui a effettuarla. «Capendo che è successo qualcosa di grave, chiamo il padre di Laura (anche questo è un nome inventato, ndr) per sincerarmi che non fosse successo a sua figlia nulla di simile a quanto accaduto a Sara. Mi tranquillizza e chiudo la telefonata. Alle 17:10 è lui a telefonarmi».
Il manager racconta tutto agli investigatori, che ignorano lo scambio di chiamate. Il 51enne, però, deve essersi innervosito dalla telefonata con il papà di Laura, perché di sua sponte decide di svelarne il contenuto. «Mi dice che si è confidato con un poliziotto. Questi gli ha detto che chi ha avuto un rapporto intimo con Sara, anche nell’eventualità che lei sia stata consenziente, avrà conseguenze penali perché la ragazza era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti».
L’uomo prosegue:«Se le forze dell’ordine, mi dice il padre di Laura, avessero saputo che, nell’abitazione dove si è svolta la festa, è stato consumato dello stupefacente, tutti i ragazzi, compresi i nostri figli, avrebbero subito perquisizioni e test tossicologici. La questione, mi propone, si sarebbe potuta risolvere parlando con i nostri ragazzi, senza coinvolgere le forze dell’ordine. Gli ho risposto che non c’era nulla da omettere».
Anche il padre di Laura è stato ascoltato dagli inquirenti e ha raccontato solo di una chiamata, quella in cui il manager gli ha raccontato:«Ho visto Sara provata e mi ha detto di essere stata violentata». Mentre i genitori si sentono tra loro, i ragazzi si organizzano per tutelarsi: «Cancella le chat» dice a un amico uno dei minori indagati per la violenza sessuale ai danni di Sara.