Una donna è finita in ospedale dopo che una caravella portoghese l’ha punta in Sicilia, al largo delle Isole Ciclopi.
Una caravella portoghese ha punto una donna al largo delle Isole Ciclopi, in Sicilia. La donna, 68 anni, è finita in ospedale, al Policlinico San Marco di Catania.
Ora la signora sta bene ed è tornata a casa. Nei giorni scorsi, infatti, era in acqua ad Acitrezza e stava tranquillamente facendo un bagno in mare, prima che la caravella portoghese la pungesse. In ospedale l’avevano visitata per delle ustioni alle gambe. La donna, che soffre di problemi al cuore e che aveva un’aritmia, è rimasta in nosocomio per due notti, dato che il veleno che rilascia la caravella portoghese è tossico.
La caravella portoghese è stata vista poco tempo fa sulle nostre coste. L’unico caso in cui una persona è deceduta in Italia, è stato quello di una 69enne, nel 2010, in Sardegna.
Che cos’è la caravella portoghese
La Physalia Physalis somiglia a una medusa nell’aspetto, ma è della famiglia dei sinofori. Sono invertebrati marini che nascono dall’incrocio di diverse specie. La caravella portoghese è fatta di una sacca che galleggia e contiene gas che le consente di spostarsi trasportata dalle correnti marine, ma ciò che si teme di più sono i suoi tentacoli urticanti e velenosi.
Questi causano sulla pelle degli umani escoriazioni e nel caso peggiore, possono portare a choc anafilattico. I tentacoli della caravella portoghese possono toccare i 20 metri di lunghezza. Di solito, negli esemplari più visti, i tentacoli arrivano a 10 metri.
Che cosa fare se si viene punti da una caravella portoghese
Di solito questo invertebrato marino si trova nell’Oceano Atlantico, ma l’hanno vista spesso a Maiorca, in Spagna, e in altre aree del Mar Mediterraneo, anche sulle spiagge del nostro Paese. A inizio stagione l’avevano notata al largo della Sicilia, ma ora è sulle coste, in Sardegna e a Reggio Calabria.
Nonostante non sia esattamente una medusa, ha le stesse cellule che contengono veleno. Se doveste essere punti da questo invertebrato marino, nelle forme meno gravi, un rimedio utile può essere quello dell’aceto di vino bianco, puro, non in forma diluita.
Altrimenti, può essere sufficiente una qualunque soluzione contenente il 5% di acido acetico, o lavare le ustioni con acqua salata per far sparire le cellule urticanti che restano sulla pelle.