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Cronaca

Alessia Pifferi sulla figlia di 18 mesi:«Diana era un peso, rivolevo la mia libertà»

Diana Pifferi, 18 mesi, è morta di fame e di sete a Milano. Mercoledì scorso la madre, Alessia Pifferi, 36 anni, aveva scritto alla nonna della bimba:«Ieri ho tribolato ma nulla di grave, saranno i dentini». In realtà aveva abbandonato la figlia di 18 mesi a se stessa, lasciandola a casa da sola. Il compagno pensava che la bambina si trovasse al mare con una parente 

Diana Pifferi, 18 mesi, è morta di fame e di sete nella sua casa di Milano, dove la madre, Alessia Pifferi, 36 anni, l’aveva abbandonata a se stessa per recarsi dal compagno (ignaro di tutto) a Leffe, in provincia di Bergamo.

Alessia Pifferi-meteoweek.com

Lo scorso mercoledì, Alessia ha scritto alla nonna della bimba:«Ieri ho tribolato ma nulla di grave, saranno i dentini». Ma in realtà, aveva lasciato sua figlia, 18 mesi, in casa per 6 giorni senza nessuno che la accudisse e la piccolina, come era in effetti prevedibile, non ce l’ha fatta.

La 36enne è andata via da casa mercoledì 13 luglio con due valigie colme di vestiti, quindi per stare fuori almeno una settimana. Sei giorni in cui la figlia Diana, 18 mesi, è rimasta a casa in via Parea, a Milano, con 30 gradi nell’abitazione e solo un biberon con un po’ di latte messo nella culla.

Quando lo scorso 20 luglio ha informato il compagno che Diana era morta, lui non ci credeva:«Ma non era al mare con tua sorella?». Lei ha replicato che in realtà la bambina era rimasta tutto quel tempo sola in casa e che la stessa cosa aveva fatto anche in altri weekend che aveva trascorso con lui. L’uomo le ha chiesto: «Ma perché non me lo hai mai detto? L’avremmo portata con noi, come è stato possibile?».

Diana era nata nell’abitazione in provincia di Bergamo in cui abita il compagno di Alessia, un uomo di 58 anni. Un parto prematuro, occorso al settimo mese di gravidanza. La donna ha raccontato ai poliziotti che allora non aveva idea di essere incinta, ma per gli inquirenti la donna invece sapeva di esserlo, almeno dal terzo mese.

Era il 29 gennaio 2021 quando Alessia ha partorito Diana a Leffe, grazie all’aiuto dei soccorritori del 118. La nascita di Diana aveva condotto a una rottura del rapporto tra Alessia e il compagno, cominciata dopo che si erano conosciuti su Tinder. Poi, nella primavera 2022, i due avevano avuto un riavvicinamento. La donna ha detto agli investigatori di aver lasciato Diana sola per la prima volta nel maggio scorso, ma per “poche ore”. Gli inquirenti ipotizzano che però sia successo molto prima.

Ecco perché gli investigatori stanno esaminando il cellulare di Alessia Pifferi, tra messaggi e appuntamenti con diversi uomini che conosceva sul social. E proprio questa sarebbe la ragione che si cela dietro l’«omicidio volontario pluriaggravato» di cui la procura l’accusa:«Si tratta di una persona priva di scrupoli e capace di commettere qualunque atrocità per i propri bisogni personali legati alla necessità di intrattenere a qualunque costo relazioni sentimentali con uomini».

La 36enne avrebbe raccontato che la bambina era “un peso“, e che lei intendeva «riprendersi la sua libertà». Mercoledì scorso, quando è rientrata e ha trovato la figlia morta, ha chiesto una mano alla vicina. A lei avrebbe mentito dicendole che Diana era con una babysitter, ma della fantomatica babysitter non c’era neanche l’ombra.

La polizia ha sentito la madre e la sorella di Pifferi, che sapevano che la 36enne aveva relazioni con altri uomini. La madre era stata vicino a Diana quando aveva contratto un’infezione. Mercoledì mattina, Alessia aveva scritto a sua madre:«Ieri ho tribolato con Diana, ma nulla di grave». La madre le ha chiesto se fosse con la bambina e Alessia le ha detto di sì e che sarebbero rientrate a Milano «in giornata». La donna ha detto che da un po’ di tempo sua figlia le appariva «nervosa» e «piuttosto insofferente».

Nei sei giorni passati lontano da Diana, Alessia Pifferi sarebbe rimasta a Leffe (Bergamo) con il 58enne. Tranne lunedì mattina, quando lei e il compagno si sono recati a Milano per un incontro di lavoro di lui. Il compagno ha raccontato che lei non aveva chiesto di passare a casa.

Nel frattempo, il pm ha dato ordine di disporre esami tossicologici sul biberon della bambina. Secondo quanto riporta la procura, Pifferi è “pericolosa“, “non ha avuto scrupoli“.

 

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