Tempi più lunghi per l’erogazione del denaro stanziato per i paesi sul Recovery Fund sono previsti in caso di periodo elettorale. Ma Mattarella è molto preoccupato che possiamo fallire gli obiettivi e perdere grosse fette del finanziamento, l’ha fatto capire chiaramente ieri durante la conferenza stampa.
Il discorso di ieri di Sergio Mattarella era molto atteso e per certi aspetti sicuramente scontato: elezioni anticipate a fine estate, appello alla responsabilità dei partiti durante la campagna elettorale, prosecuzione del percorso europeista per superare le crisi che affliggono il Paese.
Il Presidente della Repubblica ha sottolineato più volte la difficile situazione dell’Italia per cui tutte le istituzioni, Camera e Governo compresi nelle loro funzioni di affari correnti, devono utilizzare tutti gli strumenti a loro disposizione per evitare pause operative fino alla fine del loro mandato. “Ho il dovere di sottolineare che il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi indispensabili” ha detto il capo dello Stato dopo aver sciolto le Camere.
Sono quattro le arre di intervento sottolineate dal Presidente sui bisogna intervenire per affrontare la crisi economica e in particolare l’inflazione che sta impoverendo la capacità di acquisto degli cittadini italiani, la guerra della Russia all’Ucraina con le sue ricadute e “la necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale“, l’attuazione del Pnrr e infine il contrasto alla pandemia. Tutte emergenze che richiedono “interventi indispensabili”.
Ma con le elezioni sarà molto difficile rispettare le scadenze, anche perché esecutivo e Parlamento sono soliti utilizzare gli ultimi mesi dell’anno per la discussione della legge di Bilancio, la misura economica che stabilisce dove e come saranno gestite le entrate fiscali. Una misura che è necessaria per l’approvazione dei progetti legati al Pnrr e senza la quale non è possibile ottenere i fondi stanziati dall’Europa per l’Italia.
Sebbene il piano per il nostro Paese preveda un finanziamento da 221,1 miliardi di euro (di cui 190,5 miliardi dal Recovery Fund fra sussidi e prestiti a basso tasso d’interesse e 30,6 miliardi di risorse economiche interne) non tutto il denaro è ancora stato versato nelle casse dello Stato, infatti i soldi vengono trasferiti in rate e i bonifici sono legati al rispetto dei punti contenuti nel piano entro le scadenze indicate.
La prossima rata è da 21,8 miliardi di euro e sarà concessa soltanto se verranno raggiunti altri 55 obiettivi entro il 31 dicembre 2022. L’Europa ha previsto la possibilità di deroghe se le fasi coincidono con il periodo di campagna elettorale e la formazione di nuovo governo, ma al momento le conseguenze più temute sono il mancato trasferimento delle prossime rate e un ritardo che potrebbe compromettere tutto l’impianto e il finanziamento del Pnrr.
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