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Cronaca

Inchiesta su violenza di Capodanno a Roma e l’ombra dei clan. Un indagato:«Lei mi accusa? Le sparo in faccia»

Uno degli indagati, intercettato dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sullo stupro di Capodanno, diceva al proprio interlocutore:«Vogliono sapere tutto, ma c’era tutta gente enorme…»

In una delle intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta sullo stupro di Roma Primavalle, il 31 dicembre 2020, uno degli indagati, come riporta Repubblica, parlando con un altro interlocutore, faceva emergere il timore per gli sviluppi dell’inchiesta sugli stupefacenti nella villa.

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«Vogliono sapere tutto, ma c’era tutta gente enorme… Se faccio er nome se bevono 30 persone e inizia la guerra», diceva uno degli indagati. Tra gli invitati, tra l’altro, c’era il figlio di un boss di Gomorra. E da qui parrebbe sorgere il timore:«Stanno a cerca’ quelli della chat de T. con gli altri, stanno a vede’ se è tutta un’associazione. Sto in barca», continua l’indagato.

Inoltre, aggiunge ancora:«Fratè nun te dico un filo de cazzata. Lo sai che mi hanno fatto vedé (in foto)? Il cugino de Mona Casamonica e m’hanno fatto “È lui”. Fratè tutta gente, capace che mancava che me facevano vedè a te. È una cosa enorme», prosegue l’indagato.

L’inchiesta sullo stupro occorso nel Capodanno 2021 a Roma ha avuto inizio nel mese di gennaio. A fine mese, uno degli indagati è stato rimesso in libertà. E le intercettazioni divulgate in questi giorni parlano di una realtà in cui molti di coloro che erano al party erano coscienti di quello che era successo alla ragazza di 16 anni.

«Amo’, l’hanno stuprata tre volte. La terza quando ve ne siete andati, l’hanno iniziata a insultare, a prenderla, a fare cose. Per questo vi stava appiccicata. Fidati, stava veramente male. Aveva paura. Per questo stava appiccicata a te. È arrivata qua piangendo», aveva scritto una ragazza a un’altra in una chat su Whatsapp, aggiungendo in un secondo momento:«L’hanno stuprata in 15, hanno appeso mutande, hanno fatto il panico. Uno la stava stuprando e l’ha menata. Sara sta male, non riesce nemmeno a camminare».

Ora, altre chiamate andranno nel fascicolo della procura, tra cui la conversazione intercorsa tra uno degli interrogati e sua madre: «A quella pischella me la sò scopata e basta», dice l’interrogato alla donna. Poi si infuria: «Vado in caserma con due palloncini pieni di benzina, do foco e brucio sti infami», mentre, riferendosi alla vittima, dice:«Poi vado a Barcellona, pio sta puttana de merda e gli sparo in faccia».

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