Katty (Caterina) Skerl e Emanuela Orlandi. Due giovani vite spezzate, avvolte dal mistero. Cosa hanno in comune queste due ragazze? Emanuela Orlandi, un nome divenuto tristemente noto per la grande quantità di punti di domanda, ipotesi, congetture, riguardo la sua scomparsa. Una ragazza di appena 15 anni, sparita nel nulla ormai da 39 anni, il 22 giugno del 1983 a Roma.
Katty Skerl era la figlia di un regista americano trovata morta per strangolamento a Grottaferrata il 21 gennaio del 1982. La sua bara, collocata nel cimitero del Verano a Roma, è scomparsa. Il loculo è stato posto sotto sequestro, le spoglie di Caterina non ci sono.
L’edizione romana di Repubblica ha riportato che, il loculo di Caterina si trovava nel settore 115, la seconda fila partendo dal basso. E ora è scomparso. La storia di Caterina, si incrocia con quella di Emanuela Orlandi, la 15enne scomparsa il 22 giugno 1983 in Corso Rinascimento a Roma. L’indagine su Emanuela Orlandi ha dato vita a numerose congetture, un filone di indagini infinito. Tra le tante ipotesi, venne perfino tirata in ballo la Banda della Magliana, i servizi segreti, diverse figure più o meno note. Manicomi, cimiteri, case di moda. Intorno al mistero di Emanuela, vi sono ancora troppi punti oscuri e nessuna risposta certa.
Il collegamento tra Emanuela e Caterina
Un personaggio sarebbe a questo punto il collante tra i due casi, si tratta del fotografo romano Marco Fassoni Accetti che qualche anno fa si presentò in tv al programma Chi l’ha visto? e quindi in procura, per autodenunciarsi. Riguardo cosa? Proprio in merito alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Nel dettaglio, Accetti dichiarò che all’origine della scomparsa di Emanuela vi era un finto rapimento, una tesi un po’ bizzarra, ovvero che la sparizione di Emanuela sarebbe dovuta servire a fare pressione sul Vaticano, e a poter influenzare la politica estera. Accetti nel 1983 aveva ucciso, travolgendo con la macchina, nella tenuta di Castelporziano, un ragazzino di 12 anni, José Garramond, ed era stato condannato per omicidio colposo. Al programma Chi l’ha visto? Accetti disse di avere il flauto di Emanuela Orlandi, la giovane era appunto scomparsa dopo una lezione di musica. Sullo strumento musicale vennero effettuate le dovute analisi, che non condussero però a nulla, era passato troppo tempo e non vennero rinvenute tracce di DNA utili. La procura chiese per Accetti un processo per autocalunnia, e archiviò tutto ciò che riguardava il fotografo e la questione Orlandi.
Caterina Skerl e la tomba scomparsa
Accetti tornò a farsi vivo nel 2015, si recò nuovamente in procura per parlare di Caterina, disse che la bara della ragazza morta non si trovava più nel cimitero. Secondo quanto dichiarato dal fotografo, la giovane sarebbe stata uccisa su commissione da «una fazione interna ad ambienti vaticani» opposta a quella a cui invece avrebbe fatto parte lo stesso Accetti e «contraria alla politica anticomunista di Papa Giovanni Paolo II». Secondo quanto raccontato «una finta squadra di addetti cimiteriali, simulando una riesumazione, smurò il fornetto in cui era deposta Skerl, da cui prelevò la bara» per quale ragione? «Per occultare uno degli elementi che poteva far collegare il caso di Skerl a quello Orlandi».
A sette anni da questa testimonianza, un nuovo fascicolo di indagine è stato aperto, ed è arrivata l’apertura della tomba e la sorpresa. Il fotografo non era mai stato creduto da nessuno, compresa la famiglia Orlandi. Accetti aveva anche collegato la storia di Caterina, con quella di Alessia Rosati, un’altra giovane scomparsa, sempre a Roma, il 23 luglio 1994. Una nuova pagina di un giallo, che si ramifica in qualcosa di ancor più complesso andando a toccare la scomparsa di diverse giovani donne, fino ad oggi ancora senza una soluzione. Si tratterebbe di una svolta significativa, per uno dei casi di cronaca più oscuri della storia italiana e vaticana. Verrà finalmente a galla la verità dopo tutti questi anni?