Un uomo di 37 anni ha subìto una condanna per omicidio stradale, patteggiando sei mesi per un incidente in cui era rimasto coinvolto e che vide morire suo figlio di 6 anni
Giacomo Durazzi, 37 anni, nell’agosto 2020 è rimasto coinvolto in un incidente stradale, nel quale ha perso la vita il figlio di 6 anni. Questa mattina, l’uomo, che ha per avvocato difensore Roberto Marini, ha deciso di patteggiare una condanna a sei mesi.
Due anni fa, ad agosto, l’incidente fatale a Senigallia e la morte del figlio di 6 anni in seguito all’incidente stesso. Era il 20 Agosto del 2020, le 8 di mattina. Giacomo Durazzi era alla guida della sua Fiat 500 e stava percorrendo la strada della Bruciata, quando si è andato a schiantare contro un furgone adibito alla raccolta di rifiuti ingombranti, che si trovava fermo a bordo strada. Si pensa che sia stato un momento di distrazione ad aver provocato l’incidente, in quanto la Fiat 500 non stava procedendo a velocità sostenuta.
L’altro mezzo coinvolto, un furgone Fiat Iveco, che aveva la pedana alzata in quel momento, non avrebbe dovuto essere fermo in quel particolare punto stradale, in quanto si trovava dopo una curva, dove peraltro non era presente un’area di sosta. Il furgone avrebbe dovuto trovare un’area più sicura in cui sostare.
Nell’impatto, la Fiat 500 ha colpito la pedana del furgone e il figlio di Giacomo Durazzi è morto sul colpo. Il piccolo Christian di sei anni, infatti, viaggiava a fianco del padre sul sedile anteriore destro, con la cintura regolarmente allacciata. Giacomo Durazzi si è costituito parte civile contro il conducente del camion, Fausto Albertini, 62 anni di Fano, richiedendo a quest’ultimo un risarcimento per la morte del figlio.
Proprio nella mattinata di oggi, Giacomo Durazzi ha deciso di patteggiare una condanna a sei mesi per omicidio stradale di fronte al gup di Ancona, Alberto Pallucchini. L’uomo alla guida del furgone, Fausto Albertini, difeso dall’avvocato Nicola Maria Ciacci, ha patteggiato ad un anno. Entrambe le pene sono sospese.
Il motivo del patteggiamento da parte del padre del piccolo Christian sta nel fatto che, nonostante la vicenda sia avvenuta due anni fa, la gravità dell’accaduto non permette all’uomo di affrontare un processo che sarebbe certamente troppo doloroso. Andare a processo significherebbe per lui dover rivivere i tragici istanti di un incidente in cui ha dovuto veder morire il figlio di sei anni davanti ai suoi occhi.
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