Operaio assassinato poiché scambiato per boss ‘ndrangheta: arrestati in quattro 18 anni dopo

Sono trascorsi 18 anni da quando un operaio fu assassinato a Paola (Cosenza), poiché scambiato erroneamente per un boss della ‘ndrangheta. I quattro sono indagati, oltre che per questo delitto, anche per un altro omicidio, commesso l’anno precedente, nel 2003. 

Dopo 18 anni circa da due omicidi commessi nel 2003 e nel 2004, sono state arrestate oggi, mercoledì 20 luglio, quattro persone a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal Gip di Catanzaro come chiesto dalla Direzione Antimafia, guidata da Nicola Gratteri.

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Le quattro persone in questione sono indagate per concorso in due delitti compiuti tra il 2003 e il 2004. Nello specifico, si tratta dell’omicidio di Luciano Martello, avvenuto a Fuscaldo, in provincia di Cosenza. Tale delitto si è consumato il 12 luglio 2003, mentre il secondo omicidio è occorso il 21 luglio 2004 e ha visto la morte di un operaio, Antonio Maiorano, assassinato a Paola, sempre in provincia di Cosenza, poiché scambiato per un boss della ‘ndrangheta.

Antonio Maiorano, che in quel periodo lavorava come operaio forestale ed era incensurato, fu assassinato per sbaglio a colpi di arma da fuoco perché scambiato per un boss locale, Giuliano Serpa, che era il vero obiettivo dell’imboscata. Maiorano, infatti, assomigliava fisicamente a Serpa e si trovava nello stesso cantiere in cui c’era anche la vittima.

Maiorano, infatti, all’epoca si trovava alla postazione anti incendio del Consorzio di bonifica della Valle Lao, approntata in un campo sportivo del paese in provincia di Cosenza, Paola per l’appunto. Il sicario che lo uccise, Bruno Adamo, dopo quanto accaduto, preso da un forte rimorso, si pentì.

Per questo omicidio, Adamo è stato condannato con un verdetto definitivo. Il blitz dei carabinieri occorso oggi e che ha condotto ai quattro arresti è stato eseguito sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Antimafia, Vincenzo Capomolla e dal pm Romano Gallo.

Le persone fermate sono R. Cascardo, P. Lofaro, L. Berlingeri e A. Pagano. Gli arresti sono stati effettuati, nello specifico, a Paola (Cosenza), Cagliari, Roma e anche all’estero, in Svizzera dalla Sezione Anticrimine dei Ros di Catanzaro. La misura cautelare è arrivata a seguito della fine degli accertamenti investigativi portati avanti nell’ambito di procedimenti penali sui suddetti omicidi, occorsi, a detta dell’accusa, in un contesto di equilibri tra i clan della ‘ndrangheta che all’epoca erano attive nella zona di Paola. Per gli omicidi, negli anni addietro, ci sono state condanne e assoluzioni definitive.

Anna Di Donato

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