Il commissario europeo all’Industria Thierry Breton afferma che la guerra in Ucraina ha svuotato l’Unione delle armi. La paura che la guerra si sposti nel territorio comunitario impone alla Commissione un cambio di rotta.
Gli aiuti militari all’Ucraina hanno prodotto una “vulnerabilità, che deve essere colmata con urgenza“. A parlare è il il commissario europeo all’Industria Thierry Breton, il quale sostiene la necessità per l’Europa di acquistare nuove armi.
L’Unione ha inviato molte, moltissime risorse militari per sostenere l’esercito ucraino contro l’invasione da parte della Russia. Ora la Commissione Europea vuole creare un fondo da utilizzare per ricostituire gli arsenali degli stati membri.
Breton, in collegamento con la sala stampa di palazzo Berlaymont a Bruxelles perché positivo alla Covid-19, afferma che questa decisione è un “progresso storico per l’Europa della difesa, un piano che mira a ricostituire la nostra capacità collettiva“. La paura è che Putin possa decidere di allargare il fronte della guerra entrando nel territorio dell’Unione, un fatto che potrebbe trovarci impreparati. Per Breton, infatti, gli aiuti militari all’Ucraina hanno prodotto una “vulnerabilità, che deve essere colmata con urgenza“.
Un altro obiettivo del programma comune di acquisto di armi è quello di evitare “ogni frammentazione“, limitando le duplicazioni che caratterizzano la difesa degli Stati europei, che si approvvigionano ciascuno per conto proprio, generando inefficienza (l’Ue spende collettivamente il triplo di quanto spende la Russia per la difesa).
Il piano del Consiglio europeo per il riarmo si chiamerà Edirpa (European Defence Industry Reinforcement through common Procurement Act) e prevede un fondo da 500 milioni di investimento per il triennio 2022-24. Lo stanziamento integra il Fondo europeo per la difesa e “punta ad aumentare la produzione di armi pesanti e munizioni in Ue e ricostituire gli stock europei, continuando nell’immediato anche a offrire sostegno militare all’Ucraina e – continua Breton – servirà a comprare munizioni d’artiglieria leggera e pesante, sistemi di difesa antiaerea e anticarro, carri e blindati“.
Già tre mesi un funzionario comunitario, dopo un vertice a Versailles nel quale i paesi dell’Ue avevano chiesto all’esecutivo comunitario di fare una analisi dei punti di debolezza della difesa europea, aveva spiegato: “La sola Germania ha annunciato di voler spendere 20 miliardi di euro per ricostruire le riserve di munizione. Se così facesse, assorbirebbe l’intera offerta europea“. Si va quindi verso un riamo dell’Unione europea, una direzione totalmente in controtendenza rispetto agli ultimi decenni.
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