A margine di una lunga riunione, Conte avverte che pur comprendendo le difficoltà di ogni persona, chi non è d’accordo può andarsene
C’è più di una semplice maretta nelle file dei 5Stelle, ma una vera e propria burrasca. Dopo una lunga riunione, che ha visto la presenza di deputati, senatori, esponenti dell’esecutivo, il leader dei pentastellati, Giuseppe Conte, ha chiarito un concetto chiave: chi dissente dall’attuale linea politica del Movimento, è libero di andar via.
Da quanto si apprende da fonti parlamentari, come riporta Agi, la linea al momento è quella di aspettare un segnale dal premier Mario Draghi, perché «è lui che deve dare garanzie». La maggioranza di coloro che sono intervenuti durante il vertice fiume, sono propensi ad andare all’opposizione. Una minoranza, invece, propende per una tregua.
L’ultima opzione vedrebbe i 5Stelle rimanere al loro posto al governo, ma con garanzia prima che Draghi intervenga domani, 20 luglio, in Parlamento. Tra le richieste del Movimento c’è quella di un decreto per modificare il superbonus, ma Conte ha voluto chiarire di non avere nessuna novità riguardo a questo.
Molti ‘contiani’ sono concordi sul fatto che chi dissente dalla linea può lasciare, non sarà trattenuto. Nelle fila del Movimento sussurrano che sotto la lente è finito il capogruppo alla Camera Crippa, sia perché ha acconsentito alla richiesta del Partito Democratico di chiedere a Draghi di dare le comunicazioni prima a Montecitorio, sia perché ha organizzato un vertice con i parlamentari.
Il ministro Patuanelli, da quanto si apprende, avrebbe detto:«Noi dobbiamo rispondere alla forza politica con la quale siamo stati eletti e rendere conto del simbolo». Dello stesso pensiero è il ministro Dadone che intende seguire la linea di Conte.
Ci sono però alcuni deputati che vogliono votare la fiducia al governo. «Il Paese è in una condizione davvero drammatica. Draghi deve fare in modo che le priorità da noi indicate vengano poste nell’agenda di governo», ha detto Conte. Senza una risposta del governo, sarebbe irresponsabile da parte nostra proseguire con il sostegno a Draghi. Noi siamo coerenti con la nostra posizione. Abbiamo posto delle richieste e ci aspettiamo che vengano accolte».
Dunque per i 5Stelle domani sarà una giornata importante. Questo perché la spaccatura interna potrebbe occorrere prima di di domani, quando Draghi darà comunicazioni al Senato. Alla Camera ci sarebbero circa venti 5stelle che potrebbero votare la fiducia all’esecutivo, ma i seguaci di Conte sono certi che non vi saranno persone che verranno meno alla parola data.