Roberta Tintari-meteoweek.com
Tra gli arrestati di oggi, in un blitz dei carabinieri, figura anche la sindaca di Terracina, Roberta Tintari, accusata di corruzione
Un blitz dei carabinieri ha portato all’arresto della sindaca di Terracina, Roberta Tintari, accusata di corruzione. Da quanto trapela, tra gli altri che hanno ricevuto le misure cautelari, ci sono pure il presidente del Consiglio Comunale e due assessori.
Tintari è sotto accusa per turbata libertà degli incanti e falso. Alla donna si contesta soprattutto un fatto di turbata libertà degli incanti in riferimento alla gestione dell’arenile comunale. Coinvolto con la sindaca, per una vicenda che risale al 2019, anche l’ex vice sindaco Pierpaolo Marcuzzi, arrestato nel gennaio 2022.
Le sei persone che sono agli arresti domiciliari (con altre sette cui sono state notificate misure cautelari quali interdittiva e divieto di dimora), sono accusate di falso, turbata libertà a livello di appalti per gestire spiagge e servizi legati alla balneazione, frodi, nonché rivelazione segreto d’ufficio. Sono anche accusati di aver percepito in modo indebito di erogazioni pubbliche.
L’indagine aveva avuto inizio nell’agosto 2019 e oltre ai vari fermi ha condotto a porre sotto sequestro preventivo un camping, un ristorante e anche i beni di un ente nell’Arena del Molo di Terracina.
Questa zona è stata sottoposta a una serie di verifiche da parte della Guardia Costiera nell’ambito dell’operazione Mare sicuro 2019, il cui scopo era controllare la correttezza delle concessioni demaniali a Terracina.
La procura ha sottolineato come «nell’ambito dell’attività di indagine è emersa una pluralità di fatti di rilievo penali connessi alla gestione dei servizi relativi alla balneazione, a illegittime sanatorie riguardanti opere e manufatti insistenti sul pubblico demanio marittimo, a lavori ed opere pubbliche eseguite e commissionate dal Comune di Terracina nonché alla illegittima acquisizione e gestione di fondi economici strutturali».
La procura di Latina, tramite una nota, aggiunge che «la complessa e articolata attività investigativa, svolta in un arco temporale di circa 12 mesi e consistita in numerose ispezioni, acquisizioni documentali, testimonianze, pedinamenti, intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche ha consentito di disvelare e documentare condotte di pubblici funzionari, all’interno del Comune di Terracina, che appaiono finalizzate al perseguimento di interessi personali e non coerenti, dunque, con i compiti istituzionali».
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