Crisi governo Draghi, il 20 luglio alle Camere per il voto di fiducia

La richiesta di far scattare le comunicazioni del presidente del Consiglio, prima alla Camera e poi in Senato accende un dibattito. La Lega tuona:«Basta giochini di palazzo di Pd-M5s»

Mercoledì 20 luglio è il giorno in cui si voterà la fiducia al governo Draghi alle Camere. È quanto ha deciso la Conferenza capigruppo Camera, che si incontrerà anche domani, 19 luglio, ne pomeriggio, per definire tempi e modalità della discussione, alla luce delle scelte che verranno fatte in Senato.

Mario Draghi-meteoweek.com

Da quanto vociferano fonti di Palazzo Madama, le comunicazioni di Draghi alle Camere occorreranno dapprima in Senato, e in seguito alle Camere. Draghi quindi comunicherà all’inizio a Palazzo Madama, seguendo la prassi per cui le comunicazioni vengono date in quella branchia del Parlamento in cui il Governo ha ricevuto la fiducia per la prima volta e dove si sono venute a creare le condizioni che hanno dato il via alla crisi governativa.

Fatto questo, Draghi andrà a depositare il testo del proprio discorso alla Camera. Ma nel corso della Conferenza Capigruppo, il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, con il centrodestra in disaccordo, hanno chiesto al premier di recarsi prima a Montecitorio, luogo in cui sarebbero emersi i primi segnali della crisi di governo, a causa della scelta dei pentastellati di non prendere parte al voto finale sul Decreto Aiuti.

Ma questa richiesta ha scatenato il putiferio, e i toni si sono fatti più accesi. I parlamentari 5stelle hanno contestato e chiesto delucidazioni al capogruppo di Montecitorio, Davide Crippa, sulla ragione della suddetta richiesta, in accordo col Pd, di invertire l’ordine che per prassi viene effettuato nel modo sopraccitato.

«Il primo ‘non voto’ M5S sul dl Aiuti si è verificato alla Camera, per questo motivo sembrava più logico e corretto chiedere con il Pd le comunicazioni di Draghi prima alla Camera e poi al Senato», ha detto Crippa. Ma Conte confessa di non sapere nulla di questo.

«Siamo alla farsa. Ora Pd e M5S chiedono a Draghi di comunicare prima alla Camera e poi al Senato solamente perché Conte è più debole alla Camera. Giochini vergognosi che vanno contro la prassi che vuole che le comunicazioni del Presidente del Consiglio siano fatte nella camera di prima fiducia o dove si è generata la crisi. In entrambi i casi, quindi, al Senato. Gli italiani meritano rispetto, serietà e certezze», chiosano i capigruppo di Camera e Senato leghisti, Molinari e Romeo.

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