Torturato e lasciato agonizzante nei boschi dalla «Cupola della droga»: catturati i tre carnefici

Braccia rotte e orecchio amputato: in queste condizioni i carabinieri hanno trovato un giovane nei boschi dello spaccio.

A ridurlo così era stata una banda di spacciatori. Che alcuni giorni dopo ha concesso il bis, finché un blitz dei militari non ha messo la parola fine alla loro attività criminale.

Uno dei nascondigli della “Cupola della droga” – Meteoweek

Lo hanno trovato quasi agonizzante: era nudo, i suoi aguzzino gli avevano spezzato le braccia frustandolo pure alla schiena. Infine gli avevano anche amputato l’orecchio. Lo hanno trovato così, in queste condizioni, i carabinieri di Luino. I militari della pattuglia ai primi di giugno hanno di fatto salvato la vita a un un venticinquenne marocchino, massacrato senza pietà e lasciato in fin di vita a agonizzare nei boschi dello spaccio della Valcuvia, nell’Alto Varesotto in zona Arcumeggia, a Casalzuigno.

I militari lo hanno avvistato nel corso di una perlustrazione in un nascondiglio degli spacciatori. Dopo averlo soccorso lo hanno portato subito in ospedale per le cure. Da questo fatto sono scattate le indagini che hanno portato all’arresto di tre torturatori, tutti irregolari e di origine marocchina. Il terzetto è sospettato di essere affiliato alla «Cupola della droga», la grande organizzazione criminale che impone la sua legge col denaro e il terrore. I boss della Cupola spadroneggiano all’interno dei boschi che un tempo venivano frequentati soltanto dai turisti. Il 25enne è stato crudelmente torturato con ogni probabilità a causa di una «punizione» maturata nel contesto di una guerra per lo spaccio di droga e il controllo del territorio.

Un secondo episodio di tortura

I tre nordafricani sono stati arrestati in provincia di Pavia dagli uomini della compagnia di Luino, capitanata dal comandante Alessandro Volpini. Gli viene contestato anche un secondo episodio, accaduto un paio di settimane dopo il primo. Si tratta di una violenza inflitta a un quarantenne italiano, residente in un paese vicini. La vittima delle angherie era uno dei «sottomessi», un italiano tossicodipendente schiavizzato dai marocchini. Per avere della droga si prestava a fare da autista ai diversi «corrieri» della droga. Così li trasportava di punto di spaccio in punto di spaccio. Il tutto in cambio di pochi grammi di droga, il prezzo per il suo «servizio».

Ma a un certo momento deve aver sgarrato, ragion per cui la gang di spacciatori ha deciso che fosse inaffidabile. Così anche lui è stato malmenato e torturato. E per percuoterlo lo hanno tenuto legato a un albero. Una volta liberato, l’uomo è andato al pronto soccorso per farsi curare le ferite riportate. Un fatto che ha riportato i carabinieri sulle tracce dei tre torturatori. Il blitz è scattato dopo aver individuato il nascondiglio dei marocchini, in un territorio isolato nella provincia di Pavia. A quel punto i carabinieri di Luino, in collaborazione coi colleghi della zona, sono entrati in azione. E per i tre sono scattate le manette. Adesso dovranno rispondere dei reati di tortura e detenzione a fini spaccio di sostanze stupefacenti.

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