Un infermiere iniettava dosi letali di medicinali a pazienti ignari. Almeno due le vittime, ma si indaga su altre morti sospette. L’uomo agiva in maniera del tutto insensata, spinto solo dal desiderio di uccidere forse per vendetta contro l’ospedale in cui lavorava.
Il profilo psicologico è quello di un vero e proprio serial killer, i due psicologi che da anni lo avevano in cura avevano poi raccontato troppo tardi che il loro paziente aveva tutte le caratteristiche di un omicida a causa del suo “preoccupante distacco emotivo maturato nei confronti dei suoi pazienti“.
Vincenzo Villani Conti, infermiere di 50 anni in servizio all’ospedale Cannizzaro di Catania, è accusato di avere ucciso almeno due persone. Gli omicidi sono stati commessi il 2 dicembre del 2020 e il 16 gennaio del 2021, Villani Conti avrebbe costruito un piano dettagliato per agire, approfittando dell’emergenza Covid che limitava gli accessi dei parenti per non essere controllato.
GLI OMICIDI
Le vittime sono due donne di 60 e 85 anni, non erano in gravi condizioni di salute che potesse fare immaginare un loro improvviso decesso. L’assassino ha agito iniettando nel loro corpo Diazepam e Midazolam, due farmaci non necessari per le pazienti, in dosi così massicce da essere dieci volte superiori a quelle indicate per loro uso abituale. Questo ha provocato un arresto cardiaco che le ha uccise.
“L’azione criminosa è stata accuratamente progettata in tutte le sue fasi” è quanto si legge nella richiesta di carcerazione. L’assassino avrebbe rubato i farmaci in ospedale, approfittando del fatto che la farmacia della struttura sanitaria non dispone di un sistema di tracciabilità dei medicinali, quindi nessuno avrebbe saputo del furto.
Dall’autopsia è stata rilevata la presenza sospetta dei due farmaci nei loro cadaveri, l’indagine è partita proprio dal sospetto degli psicologici che dietro potesse esserci la mano dell’infermiere ed è stata quindi disposta la riesumazione delle due salme per fare luce sull’accaduto. Ma gli omicidi del killer potrebbero non essersi fermati qui, ci sono infatti cinque decessi sospetti su cui stanno lavorando i poliziotti della squadra Mobile diretta da Antonio Sfameni. Le autopsie di due di questi hanno confermato le accuse verso l’uomo.
PERCHE’ HA UCCISO?
La scelta delle vittime di Vincenzo Villani Conti era assolutamente causale, nessun movente se non quello di uccidere aveva portato l’infermiere ad arrestare la vita delle due donne. L’unica motivazione valida trovata dal giudice durante le indagini sarebbe quella della “frustrazione provata dopo il trasferimento nel reparto di Chirurgia, vissuto come una regressione professionale“. Una assurda vendetta dunque nei confronto dell’ospedale.
Nonostante i sospetti da parte dei due psicologi e l’allarme lanciato però, l’infermiere è rimasto al suo posto di lavoro per settimane. Tempo nel quale potrebbe avere agito nuovamente, uccidendo o mettendo in pericolo la vita di altre persone. Villani Conti è infatti stato sospeso dal servizio solo dopo l’arresto disposto dal gip di Catania lunedì scorso. Le aggravanti agli omicidi sono numerose, in particolare gli si contesta la premeditazione, i motivi futili e l’avere approfittato dello stato di minorata difesa delle pazienti.
L’OSPEDALE SAPEVA?
Oltre al processo, l’ospedale ha voluto avviare un procedimento disciplinare nei confronti dell’uomo, ma ci si chiede per quale motivo sia rimasto così tanto tempo al suo posto di infermiere nonostante i forti sospetti nei suoi confronti. L’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza ha indicato un’ispezione amministrativa. “Ho chiesto al direttore generale una relazione per comprendere il motivo per cui questo infermiere era stato trasferito da due reparti. — dice l’assessore —. La magistratura farà il suo corso, ma agli ispettori spetta capire se i trasferimenti avrebbero dovuto far scattare un alert e se, a seguito di quell’alert, sarebbero dovuti scattare dei provvedimenti”.