Per la confederazione servono investimenti per la tenuta del sistema idrico per affrontare il problema ambientale. Ecco i numeri della crisi e quale è il rischio di desertificazione per l’Italia.
La crisi idrica che ha colpito l’Italia sta creando gravi danni in tutto il Paese, in particolar modo al settore dell’agricoltura. L’allarme viene lanciato da Confagricoltura, il presidente Massimiliano Giansanti ha ribadito la questione durante l”assemblea generale della confederazione che si è tenuta a Roma.
“La siccità ha avuto due effetti devastanti sul settore dei cereali con una produzione del 30% in meno e la carenza di acqua e di neve ha fatto sì che stiamo affrontando una carenza di acqua terribile per le campagne – afferma Giansanti -. Ma nel momento in cui un litro di acqua su due viene perso dalle condutture, l’Italia è agli ultimi posti per investimenti in infrastrutture, gli invasi sono stati realizzati nel 1960, in Italia si investe sull’infrastruttura idrica all’anno 49 euro pro capite, contro una media europea che investe almeno il doppio: è l’agricoltura una parte del problema o i problemi sono da altre parti?“.
“Siamo pronti a innovare, a investire su un nuovo modello agricolo, ma è altrettanto evidente che senza uno sforzo collettivo delle amministrazioni, il rischio a cui andiamo incontro è altissimo, se pensiamo che l’84 % di quello che mangiamo viene da prodotti irrigati, siamo disponibili a rinunciare all’acqua?” sottolinea Giansanti.
I NUMERI DELLA CRISI
Il problema idrico in Italia si può spiegare con alcuni dati. Il primo e più importante è il forte calo delle precipitazioni nei primi mesi del 2022 causato dall’innalzamento delle temperature medie stagionali. A risentirne come detto è soprattutto l’agricoltura che utilizza circa 11,9 miliardi di metri cubi per l’irrigazione dei terreni e per la zootecnia mentre per uso potabile l’acqua utilizzata è circa 9,2 miliardi di metri cubi, dato che pone l’Italia è al primo posto nell’Ue.
La siccità ha influito molto negativamente anche nella produzione idroelettrica che è scesa del 39,7%. La percentuale di idrico è scesa in un anno di otto punti percentuali (ora è al 16,7%). Per fare un confronto con il sistema internazionale, nel nel primo trimestre di quest’anno l’Italia segna un calo del 44,2% rispetto allo stesso periodo del 2021, più intensa della flessione del 27,4% della media Ue.
ITALIA A RISCHIO DESERTIFICAZIONE
L’attuale situazione meteoclimatica così avversa sta creando una forte condizione di degrado e di aumento della vulnerabilità alla desertificazione, interessando il 28% dell’intero territorio italiano e in particolar modo nelle regioni del Sud Italia.