Ama, stretta sull’assenteismo: tra maggio e giugno oltre 300 dipendenti tornano idonei al lavoro

I nuovi vertici di Ama hanno deciso di accelerare i controlli, andati a rilento negli anni passati anche a causa del Covid.

A maggio sono statti recuperati 200 dipendenti, ai quali a giugno se ne sono aggiunti altri 125.

Si cambia musica (e passo) sui rifiuti a Roma? Sembra essere questa la via intrapresa dal Comune per prendere di petto la cronica carenza di personale. Una svolta che arriva dopo gli incentivi natalizi per aumentare l’indice di produttività e bonificare finalmente la città eterna, ormai ridotta a una discarica. Il Campidoglio – che annovera, tra le prime polemiche affrontate dalla nuova amministrazione guidata da Roberto Gualtieri, quella sui bonus per chi si presenta al lavoro – ha deciso per il giro di vite.

Una stretta certificata dal numero di visite di controllo eseguite a maggio: 3.906, una cifra più che raddoppiata rispetto al ritmo (pachidermico) del 2021-22. Allora infatti si viaggiava attorno ai 1.550 controlli annuali.

E col ritmo accelerato sono venute fuori anche le sorprese. Prima dell’accelerata di maggio gli inidonei parziali risultavano 1.612 (dipendenti con patologie incompatibili coi lavori pesanti, tra i quali la raccolta di rifiuti in strada) e 332 gli inidonei completi, che nemmeno potevano andare in ufficio. Il che significa più del 27% di lavoratori a mezzo servizio (se va bene) su un organico complessivo pari a 7.162 dipendenti.

La svolta di maggio

Questo il dato prima della ricognizione a tappeto per ridurre al minino le sacche di assenteismo. Ma dopo i controlli puntigliosi di maggio la situazione è cambiata. Sono 200 i dipendenti ritornati idonei (anche se 330 non si sono fatti vedere dal medico malgrado gli fosse stata recapitata la convocazione ufficiale).

Stessa musica a giugno, quando è tornato pienamente abile e arruolato il 20% dei dipendenti chiamati al controllo medico: 125 su 693 (72 hanno disertato l’appello). Adesso torneranno a svolgere le funzioni per le quali erano stati assunti all’entrata in Ama.

Forse ipocondriaci, malati immaginari (come il facoltoso proprietario terriero Argante magistralmente impersonato da Alberto Sordi, convinto di avere tutte la malattie possibili e immaginabili) o miracolati da qualche insondabile disegno della Provvidenza. O forse il merito va ai medici mobilitati da Ama. Arruolati per sincerarsi se lo stuolo di renitenti soffrisse davvero di malattie invalidanti. Al punto di non poter lavorare sul saliscendi dei mezzi di raccolta, non poter spazzare (spesso piegati a terra per raccogliere i sacchi di rifiuti ammassati a lato della strada) o svolgere altre attività che necessitano se non una salute vigorosa, perlomeno non cagionevole.

Per settembre i vertici della municipalizzata sembrano intenzionati a dare una nuova stretta. Prima dovrà passare il periodo estivo dove le maglie saranno più larghe, sia per via delle ferie che per i contagi da Covid. Nel Lazio il bollettino giornaliero riporta ancora 10 mila contagiati, ma la speranza è che la curva delle infezioni cominci presto a calare.

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