Una nuotatrice di 22 anni canadese, ha svelato sui social che a un party a Budapest l’hanno drogata e quando si è svegliata aveva una costola incrinata e non solo
Ventidue anni, canadese, vincitrice del bronzo nella 4×200 stile libero. La nuotatrice ha svelato sui social che durante un party a Budapest, in Ungheria, l’hanno drogata e quando si è svegliata si è accorta di avere una costola incrinata, una commozione cerebrale e dei lividi.
La ragazza ha inoltre confessato di avere una certa paura se pensa «ciò che può essere successo. Ai giovani dico: state attenti a coloro che credete amici». Il brutto episodio è occorso durante un party nell’ultima notte dei Mondiali di nuoto, tenutisi nella capitale ungherese dal 18 giugno al 4 luglio.
Mary Sophie ha detto ancora:«Nella mia mente c’è un vuoto di sei ore. Non riesco a ricordare nulla». Dopo quanto occorso, la giovane si è recata in ospedale per sottoporsi a dei controlli. Lì l’hanno medicata e fatta assistere da alcuni psicologi. La Federazione internazionale di nuoto ha subito aperto un’inchiesta per comprendere cosa sia effettivamente occorso.
Mary Sophie Harvey è fortemente scossa da questo episodio e ai suoi follwer (27 mila su Instagram) ha raccontato che «alcuni dei miei amici mi hanno detto di avermi aiutato mentre ero priva di sensi e l’unica cosa che posso dire è questa: non mi sono mai vergognata tanto. Quando sono tornata a casa mia madre, senza sapere ancora nulla, mi ha detto: ‘Sembri diversa’. Aveva ragione. Sembrava che il mio corpo non fosse più il mio (e mi sembra ancora così)».
In seguito ha parlato dell’ospedale:«Medici e psicologi in ospedale mi hanno controllato e trattato nel miglior modo possibile. Mi hanno detto che cose simili succedono molto più spesso di quanto pensiamo e che in un certo senso sono stata fortunata a uscirne solo con queste conseguenze. Hanno fugato alcune mie paure, ma purtroppo non tutte».
La giovane nuotatrice ha voluto infine lanciare un messaggio alle sue coetanee:«Purtroppo, questi eventi accadono più spesso di quanto si pensi, e non se ne parla ancora abbastanza. In più, il giudizio degli estranei è ancora molto presente. A chiunque legga queste parole, dico allora di fare attenzione. Io pensavo di essere al sicuro, credevo che non mi sarebbe mai successo, soprattutto mentre ero circondata da amici. Invece è capitato. E forse non sarebbe successo se qualcuno mi avesse informata prima sui pericoli. Ho ancora paura se penso a ciò che potrebbe essere successo quella notte. Sto ancora cercando di trovare la ‘Mary felice’ di prima, ma non lascerò che questa storia prenda il sopravvento su di me».