La carriera politica di Boris Johnson potrebbe essere al capolinea

Due ministri chiave del governo britannico hanno rimesso i loro incarichi in polemica con il Primo ministro. Le loro lettere di dimissioni sono un atto di accusa sulle capacità e la moralità di Johnson alla guida dell’esecutivo. 

Difficile che Boris Johnson possa resistere a questo, l’ennesimo, duro colpo subito al suo governo. Le dimissioni di due elementi fondamentali per il premier inglese, il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak e il ministro della Salute Sajid Javid, costringono Johnson a una frettolosa sostituzione e verifica della maggioranza. Il Primo ministro è fortemente in bilico e quest’ultimo scandalo potrebbe segnare la fine del suo mandato.

In loro sostituzione Johnson ha nominato Steve Barclay nuovo ministro della Salute, fu già cancelliere del ducato di Lancaster e capo di stato maggiore di Downing Street. Mentre nuovo Cancelliere dello Scacchiere (figura che in Italia potrebbe essere paragonata al nostro ministro delle Finanze) è Nadhim Zahawi, finora ministro dell’Istruzione.

LE DIMISSIONI DEI DUE MINISTRI

Non posso continuare ancora a servire in questo governo secondo la mia coscienza“, ha dichiarato Javid in una lettera indirizzata al premier secondo il quale “Johnson ha perso la mia fiducia. “Il popolo si aspetta giustamente che il governo si comporti in modo appropriato, competente e serio. Riconosco che questo potrebbe essere il mio ultimo lavoro ministeriale ma credo che per questi standard valga la pena lottare” continua l’ormai ex-ministro. Javid è inoltre sotto l’attenzione dell’opinione pubblica per la dichiarazione dei redditi della moglie e per la disastrosa gestione dell’emergenza Covid nel Regno Unito.

Gli ex Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak e ministro della Salute Sajid Javid

Sunak, neoconservatore di origini indiane, nella sua lettera di dimissioni utilizza toni ancora più severi nei confronti del Primo Ministro. Scrive di essersi ormai reso conto di essere “troppo diverso” da Johnson. “Ci sono standard di comportamento” che vanno rispettati, aggiunge che occorre saper “dire la verità all’opinione pubblica” e che fra guerra, effetto sanzioni, crisi economica globale e inflazione il Paese “ha il diritto di aspettarsi una leadership di governo competente e seria in vista di sfide immense“. In pratica ha dato a Johnson dell’incapace.

TROPPI SCANDALI A CORTE

Questo è solo l’ultimo in ordine temporali dei guai che hanno fatto tremare il governo. Dopo il caso del “Partygate” con festini organizzati nella casa di Johnson a Downing Street in pieno lockdown a quello dell’ex vice coordinatore dei deputati conservatori Chris Pincher accusato di molestie sessuali, fino al voto di fiducia in seguito all’uscita di alcuni deputati dalla maggioranza, superato per un soffio, in Parlamento il leader del Partito Conservatore britannico è impegnato più nel mantenimento del suo esecutivo che nella gestione del Paese.

Su Pincher Johnson si è dovuto addirittura scusare pubblicamente, ammettendo che è stato un errore nominarlo. Scuse che arrivano in forte ritardo, senza contare che i comportamenti dell’ex-vice coordinatore erano ben noti negli ambienti del governo.

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