Per la prima volta, nel dicastero che si occupa di valutare le candidature per eleggere i vescovi, il Papa ha deciso di accelerare le nomine di donne ai vertici
Per la prima volta ci saranno due donne nel Dicastero vaticano dei vescovi. Lo ha deciso Papa Francesco rivelandolo all’agenzia Reuters:«Io sono aperto a che si dia l’occasione. Adesso, nella Congregazione dei vescovi, nella commissione per eleggere i vescovi, andranno due donne per la prima volta. Un po’ si apre in questo modo».
In realtà, non c’è una ‘commissione’ per la nomina dei vescovi, ma il ministero vaticano si occupa della preparazione delle istruttorie da mostrare al Papa, a cui poi spetta eseguire le nomine, come risulta dall’art. 105 della Praedicate Evangelium, nuova Costituzione che ha innovato la Curia romana : «Il Dicastero provvede a tutto ciò che attiene alla nomina dei Vescovi, diocesani e titolari, degli Amministratori apostolici e, in generale, alla provvista delle Chiese particolari. Lo fa tenendo in considerazione le proposte delle Chiese particolari, delle Conferenze episcopali e delle Rappresentanze Pontificie e dopo avere consultato i membri della Presidenza della rispettiva Conferenza episcopale e il Metropolita. In questo processo coinvolge in forme appropriate anche membri del popolo di Dio delle Diocesi interessate».
Da millenni si pone la questione dell’esclusione del gentil sesso dalle responsabilità ecclesiali ai vertici e ora, con l’avvento di Papa Francesco, qualcosa si muove in modo più accelerato. Il Papa stesso rammenta come a novembre scorso, abbia eletto per la prima volta una donna, suor Raffaella Petrini, come segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
E un’altra donna, suor Nathalie Becquart, anche per la prima volta, è stata nominata sottosegretario del Sinodo e sarà la prima donna, nella storia dei Sinodi, a cui sarà consentito votare. E poi Suor Alessandra Smerilli, economista, è divenuta segretario del dicastero per «il Servizio dello Sviluppo umano integrale».
Tra le persone laiche di sesso femminile ad avere posizioni di spicco in Vaticano ci sono Barbara Jatta, prima donna alla guida dei Musei Vaticani, Nataša Govekar, che dirige la Direzione teologico-pastorale del Dicastero comunicazione, Cristiane Murray, vicedirettrice Sala Stampa Vaticano.
La nuova Costituzione della Curia afferma, inoltre, che «qualunque fedele può presiedere un Dicastero o un Organismo» e «ogni cristiano, in virtù del Battesimo, è un discepolo- missionario». Inoltre, «non si può non tenerne conto nell’aggiornamento della Curia, la cui riforma, pertanto, deve prevedere il coinvolgimento di laiche e laici, anche in ruoli di governo e di responsabilità».
Ciò vuol dire che anche le donne laiche possono essere al vertice dei dicasteri vaticani, ma ora questo concetto è stato posto nero su bianco. Il Papa spiega che in futuro una donna potrebbe, ad esempio, essere a capo del «dicastero dei Laici, oppure penso all’Educazione, alla Cultura o alla Biblioteca apostolica, che è quasi un dicastero», chiosa.